appiccare
v. tr. [prob. der. di una radice onomatopeica *pikk «punta»] (io appicco, tu appicchi, ecc.). – 1. Attaccare, congiungere, unire una cosa a un’altra; anche rifl. (con o senza valore reciproco): Poi s’appiccar, come di calda cera Fossero stati (Dante); fin dove i capelli s’appiccano alle tempie (D’Annunzio). Con sign. partic., a. il fuoco, dar fuoco, incendiare: appiccarono il fuoco alle navi nemiche. Poco com. o ant. come sinon. di attaccare in senso fig.: a. discorso, a. lite, e sim.: appiccò di subito una grande amicizia con Dante (G. Gozzi); e, anche intr. pron., nel sign. di trasmettere per contagio: però che quella pestilenza, come sa chi l’ha veduto, s’appiccava forte, volle fare testamento (Sacchetti). 2. Appendere, sospendere: a. una corda al soffitto, un cartello al muro. Non com., con riferimento a persona, impiccare, anche come rifl.: appiccarsi a un albero.