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applicazióne

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applicazione


applicazióne s. f. [dal lat. applicatio -onis]. – 1. L’operazione di applicare: l’a. di una marca da bollo, di un cerotto; a. di un unguento sulla ferita; fare due a. di pomata al giorno; a. di infissi; a. del parato a una parete, ecc.; a. di bitume, di emulsione bituminosa, nella pavimentazione stradale. Nei lavori di cucito, l’operazione con cui si fissa una stoffa, un merletto, un nastro e sim., e anche la cosa stessa applicata; analogam., in scenotecnica, si chiamano applicazioni, con sign. concr., gli oggetti (quadri, stoffe, lumi, ecc.) che si fissano in anticipo sugli scenarî armati per alleggerire il lavoro del cambiamento di scena. 2. In rapporto ad altri sign. del verbo, attribuzione, imposizione, riferimento, destinazione, attuazione e sim.: a. delle indulgenze o della messa, trasferimento a determinata persona del beneficio spirituale; a. di un’imposta; a. della legge, del regolamento, a casi particolari; scuola di a., in cui si fanno addestramenti pratici: scuola di a. di cavalleria; nell’ordinamento passato della scuola media inferiore, a. tecniche, materia d’insegnamento (poi sostituita dall’educazione tecnica) consistente in esercitazioni manuali aventi lo scopo di favorire lo sviluppo di determinate attitudini. In partic., utilizzazione di una teoria, di uno strumento, di una forma di energia a determinati fini o per la risoluzione di problemi specifici: a. di una legge fisica; a. dell’algebra alla geometria, risoluzione di problemi geometrici con procedimenti algebrici; in fisioterapia, impiego di energia fisica a scopo terapeutico: fare, prescrivere applicazioni di raggi x, di radium, di corrente diatermica, ecc. 3. Nel linguaggio comm., avviso di a., comunicazione data dal venditore al compratore, all’atto dell’imbarco della merce, contenente l’indicazione della nave vettrice e tutte le altre notizie che valgono a precisare la partita di merce; bollettino di a., comunicazione data dall’assicurato all’assicurazione delle spedizioni di merce con riferimento alla polizza, contenente anche l’indicazione della nave. 4. Vigile costanza nell’evitare le distrazioni, per concentrare la mente su un oggetto o questione: studiare, lavorare con a.; ragazzo incapace di lunga a.; anche la concentrazione stessa della mente: l’a. prolungata mi stanca. 5. In matematica, generalizzazione del concetto di funzione: si dice che «f è un’applicazione di un insieme I in un insieme Q», e si scrive f : P → Q, quando a ogni elemento di P corrisponde un ben determinato elemento di Q, mentre a un elemento di Q possono corrispondere più elementi di P oppure nessuno. 6. In informatica, programma software, destinato a un utente finale, così chiamato perché possiede appunto un'applicazione pratica per chi lo utilizza. Sono applicazioni per es. i programmi di word processing, i fogli di calcolo, i navigatori web e molti altri. In un'ideale classificazione dei programmi, l'applicazione si distingue dai programmi detti invece di sistema. Spesso, spec. con riferimento a terminali mobili (smartphone e tablet), denominato anche con il termine inglese app.

Sinonimi e contrari
applicazione
applicazione /ap:lika'tsjone/ s. f. [dal lat. applicatio -onis]. - 1. a. [l'applicare facendo aderire: a. di una marca da bollo] ≈ apposizione, (non com.) attaccatura. ‖ incollatura. ↔ distacco. b. [l'attuare: a. della legge] ≈ attuazione,...
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