appoggio
appòggio s. m. [der. di appoggiare]. – 1. Ciò che serve di sostegno a una persona o a una cosa: si serviva del mio braccio come a.; l’a. d’una cupola; una panca senza a., senza schienale; datemi un punto d’a. e vi solleverò il mondo, frase famosa (citata anche in altre forme: datemi un punto d’a. e muoverò la terra, ecc.) attribuita ad Archimede, che con essa avrebbe espresso orgogliosamente il suo entusiasmo per la scoperta del principio della leva (per la forma greca e latina della frase, v. ubi consistam). In fonetica, vocale d’a., v. anaptissi. Fig., aiuto, protezione: essere d’a., dare a. o a. morale; nel linguaggio polit., a. esterno, appoggio concesso a un governo, mediante voto favorevole (o anche, indirettamente, mediante l’astensione), da un partito che del governo non fa parte. In senso concr. (per lo più al plur.), persona che con la sua autorità possa essere di sostegno, d’aiuto: cercare appoggi; essere privo di appoggi; vantare molti a. al ministero; ma anche con valore più generico, persona o persone a cui potersi appoggiare, da cui ricevere assistenza e conforto materiale: che appoggi avete qui a Milano? Dove pensate d’andare a alloggiare, appena uscita di qui? (Manzoni). 2. Nello sport: a. Muro di 10 o 12 m di altezza, esistente negli sferisteri (all’aperto o chiusi), che viene utilizzato per le battute nei giochi del pallone elastico, del pallone con bracciale, della palla con tamburello, ecc. b. Attrezzo ginnastico costituito da una coppia di zoccoli di legno sagomati in modo da poter essere impugnati e che servono per fare esercizî di flessione delle braccia a terra (esercizî di a.), combinati con altri movimenti. c. In alpinismo, in contrapp. ad appiglio, asperità della roccia, che viene sfruttata esercitandovi in appoggio l’azione dei piedi e talvolta delle mani. 3. Nel linguaggio milit.: a. Azione di fuoco sviluppata dalle artiglierie e dai mortai pesanti, ed eventualmente medî, per facilitare l’attacco o la reazione di movimento e consentirne la continuità; è generalm. integrata dall’azione di accompagnamento delle armi della fanteria. b. A. aereo diretto, concorso alle operazioni terrestri da parte delle forze aereo-tattiche, comprendente l’appoggio aereo ravvicinato e altre azioni aeree concorrenti (esplorazione, aerorifornimenti, aviosbarchi, ecc.). c. A. aereo ravvicinato, forma di appoggio aereo diretto svolto in stretta aderenza con l’azione delle forze amiche di superficie, e attuato mediante missioni di attacco al suolo e di protezione di colonna. d. A. navale, azione di fuoco svolta dalle artiglierie navali a favore di forze terrestri. e. Punti d’a., accidentalità naturali o artificiali del terreno che durante il combattimento vengono sfruttate dalle truppe per avanzare o migliorare le condizioni di resistenza. 4. Nave a., nave militare destinata a fornire mezzi di lavoro, macchinarî, combustibili, materiali di consumo, eventualmente alloggi, alle unità piccole o di scarsa abitabilità. Con diverso sign., navigare all’a., di nave che navighi molto vicina e a poppa di un’altra, generalm. di dimensioni maggiori, per ragioni tattiche o per avere riparo in caso di mare agitato. 5. Elemento dell’armamento ferroviario (longherine e, soprattutto, traverse) che ha la funzione di sostenere le rotaie, di mantenerle parallele, e di costituire con esse una robusta intelaiatura capace di resistere alle varie sollecitazioni e di trasmetterle alla sottostante massicciata. 6. Nel linguaggio giur., servitù di a., diritto degli enti pubblici o dei concessionarî di pubblici servizî di utilizzare le pareti esterne degli edifici per applicarvi sostegni, cassette postali, tabelle varie, ecc.; anche il diritto dei soggetti titolari di pubblici servizî (elettrici, telegrafici, telefonici, e sim.) di collocare su terreni privati o aree pubbliche sostegni per gli impianti aerei dei servizî stessi. 7. Nel linguaggio medico, terapia di a., sinon. di terapia collaterale (v. collaterale, n. 1 c).