arca
s. f. [lat. arca, dal tema di arcēre «contenere»]. – 1. a. Mobile, usato spec. nell’età antica e nel medioevo, a forma di cassa: di uso sacro, come quelle, talora preziose per materia e per lavoro, destinate a conservare le reliquie, o di uso profano, come quelle che servivano a contenere vesti, denaro e altri oggetti necessarî alla vita domestica; con quest’ultima destinazione, l’arca è rimasta nell’arredamento rustico, spec. nelle regioni (per es., Sardegna) ove l’artigianato ha mantenuto le sue tradizioni. b. Nella terminologia amministrativa dell’età imperiale romana, qualsiasi specie di cassa pubblica. c. letter. Scrigno, forziere: avria mestier di tal milizia Che non curasse di mettere in a. (Dante). È di uso com. nelle locuz. fig.: un’a. di scienza, di dottrina, epiteti riferiti a persona assai dotta. 2. a. Sorta di cassa di pietra o di marmo, ricoperta in genere da un coperchio a forma di tetto e ornata di rilievi, usata anticam. con funzione di tomba, simile al sarcofago ma più grande e monumentale, collocata talvolta, soprattutto nell’età medievale, lungo le pareti delle chiese o dei chiostri, o sulle pubbliche piazze (spesso elevata dal suolo, spec. in quest’ultimo caso, su colonne o su una base a pilastro): le a. di Arnolfo di Cambio (nella chiesa di S. Domenico a Orvieto e di S. Francesco a Viterbo); le a. degli Scaligeri a Verona. b. poet. Monumento sepolcrale in genere: l’a. di colui [Michelangelo] che nuovo Olimpo Alzò in Roma a’ Celesti (Foscolo). c. Sinon., poco com., di arcella nell’altare paleocristiano. 3. Nella storia ebraica, a. dell’alleanza (o della testimonianza o di Dio, ecc.), cassa portatile di legno d’acacia, che conteneva le tavole della Legge ed era perciò l’oggetto più sacro degli Israeliti; ricoperta da lamine d’oro puro, con quattro anelli d’oro per le stanghe di trasporto, aveva sopra il propiziatorio, sui lati del quale erano collocate due figure di cherubini. 4. A. di Noè: cassone di giunchi intrecciati (ebr. tēbah) galleggiante, che Noè avrebbe costruito per ordine di Dio, allo scopo di salvarsi dal diluvio insieme con la famiglia e con esemplari delle specie animali; è descritta nel cap. 6 del Genesi come una vera e propria cassa, di grandi dimensioni, munita di tetto o coperchio apribile, di una porta laterale e di un’apertura per illuminazione e aerazione. Lo stesso termine è usato nella Bibbia, in ebraico e nella traduzione greca, per indicare la cassetta entro cui fu posto sulle acque del fiume Mosè fanciullo. Locuzioni: essere, sembrare un’a. di Noè, di luogo in cui siano riuniti varî animali; più vecchio dell’a. di Noè, vecchissimo. 5. In zoologia: a. Genere (lat. scient. Arca) di molluschi della famiglia arcidi. b. Arca di Noè, mollusco bivalve della famiglia arcidi (lat. scient. Arca noae).