argotico
agg. Gergale, proprio di un modo di parlare allusivo, triviale o eccessivamente familiare. ◆ E dove cominciò il suo viaggio al termine della notte? In un portone di via Vanchiglia: l’antro dove il bouquiniste gli offrì il «fluviale, mastodontico, filosofico Voyage, bibbia della rivolta argotica impotente e dell’irrisione senza fine dello sforzo umano». Ritraendo [Luciano] Tricerri, [Guido] Ceronetti raccontò se stesso: (Bruno Quaranta, Stampa, 27 settembre 2003, Tuttolibri, p. 12) • La cancellazione censoria dei termini argotici e delle metafore che designano l’omosessualità ha più motivazioni politiche che di igiene linguistica. (Guido Ceronetti, Stampa, 18 ottobre 2004, p. 1, Prima pagina) • In francese, «bobine» indica la bobina cinematografica, ma è anche termine argotico per «volto», «faccia» (Altiero Scicchitano, Stampa, 21 giugno 2005, p. 5, Estero).
Derivato dal s. m. inv. argot, di origine fr., con l’aggiunta del suffisso -ico.
Già attestato nella Stampa del 23 aprile 1997, p. 21, Società e Cultura (Mario Baudino).