arguto
agg. [dal lat. argutus, der. di arguĕre «mettere in chiaro» e poi «arguire, dimostrare»]. – 1. letter. Acuto, penetrante, detto spec. del suono o della voce: E de le trombe udir fe’ il suono a. (Ariosto); Udrà del tuo cantore Le commosse reliquie Sotto la terra argute sibilar (Parini); a. carme Sonar d’agresti Pani Udì lungo le ripe (Leopardi); e di animale o strumento che ha la voce stridula, acuta: per gli ombrosi rami le a. cicale cantando si affatigavano sotto al gran caldo (Sannazzaro); calami a. (D’Annunzio). Per estens., ant., anche di vista, o di sapore, odore, e fig. di desiderio e sim.; con senso più concr., aguzzo. 2. Sottile, vivace, pronto a cogliere ed esprimere gli aspetti più singolari delle cose: parla, e sie breve e arguto (Dante); quindi, nell’uso com., che ha finezza e vivacità d’ingegno, che parla con brio e piacevolmente: uomo, conversatore, spirito a.; mente, intelligenza a.; per metonimia: risposta, osservazione a., motto a.; faccia a., che rivela arguzia. ◆ Avv. argutaménte, con arguzia; con finezza e vivacità d’ingegno; briosamente, spiritosamente: parlare, conversare argutamente.