aritmetica
aritmètica (ant. arismètica e arismètrica) s. f. [dal lat. arithmetĭca (lat. mediev. arismet[r]ica), gr. ἀριϑμητική (τέχνη): v. aritmetico]. – 1. Parte della matematica concernente lo studio dei numeri, soprattutto dei numeri interi; il termine, per la prima volta usato dai pitagorici per indicare la scienza astratta dei numeri, in contrapp. a logistica (la parte pratica del calcolo numerico), designa nell’uso moderno sia la scienza astratta dei numeri sia le regole pratiche di calcolo su essi; in partic.: a. elementare, quella che tratta delle regole di calcolo relative alle quattro operazioni e dei concetti più semplici a esse legati, delle proporzioni e delle frazioni, delle estrazioni di radice, dei logaritmi e dei numeri irrazionali; a. pratica, la parte che studia i sistemi di numerazione; a. razionale, l’insieme delle dimostrazioni che permettono di dedurre talune proprietà formali, o taluni risultati, da precedenti proprietà, per via puramente logica, senza far ricorso all’intuizione. 2. In informatica, a. a virgola mobile (ingl. floating point), sistema di rappresentazione dei numeri per cui questi hanno tutti lo stesso numero di cifre, occupando uno spazio fisso di memoria in un calcolatore elettronico, con notevoli vantaggi. 3. Con sign. più generico, calcolo, metodo di calcolo, soprattutto in particolari espressioni come: a. morale, nella filosofia utilitaristica di J. Bentham (1748-1832), il tipo di calcolo che si dovrebbe fare per determinare la preferibilità di un’azione nei confronti di un’altra, a partire dalla somma algebrica dei piaceri (e dei dispiaceri) che dalle azioni scaturiscono, al fine di accrescere la felicità individuale e generale; a. politica, locuzione in uso agli inizî della scienza economica (sec. 17°) per indicare lo studio di leggi quantitative regolanti i fatti sociali e, in partic., il calcolo della ricchezza nazionale.