ascensore spaziale
loc. s.le m. Progetto di un impianto destinato a collegare in maniera stabile il suolo terrestre con basi spaziali in orbita. ◆ Arthur Clarke, il celebre scrittore di fantascienza e padre di «2001 Odissea nello spazio» l’aveva previsto e ora la Nasa comincia a stendere i primi progetti per realizzarlo. Si tratta di un ascensore spaziale capace di trasportare nel buio cosmico a migliaia di chilometri dalla Terra scienziati, turisti e curiosi d’ogni genere. (Giovanni Caprara, Corriere della sera, 11 settembre 2000, p. 21, Cronache) • L’idea del viaggio nelle stelle con un ascensore era al centro di un romanzo dello scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke, «Le fontane del Paradiso», pubblicato negli anni ’70: ora, per lo scienziato americano Bradley C. Edwards, la tecnologia c’è. Lo scienziato ha ricevuto mezzo milione di dollari dalla Nasa, ma secondo i suoi calcoli costruire l’ascensore spaziale costerà dieci miliardi di dollari. Il progetto potrebbe essere completato entro 15 anni. (Arena, 27 giugno 2004, p. 1, Prima pagina) • Il concetto di ascensore spaziale, almeno all’apparenza, è semplice: un satellite in orbita geostazionaria è collegato alla superficie terreste con un cavo, mentre i veicoli salgono e scendono. Tuttavia, perché accompagni la Terra nella rotazione (dando l’impressione di stare fermo in un punto sull’equatore), deve avere un cavo di almeno 35.800 chilometri. Questo, inoltre, dev’essere resistente e leggero per supportare il suo stesso peso. I nanotubi di carbonio sono un’ottima opzione: si tratta di cilindri dello spessore di qualche miliardesimo di metro che sopportano la tensione e il calore e non si deteriorano. (Antonio Lo Campo, Stampa, 7 febbraio 2007, Tuttoscienze, p. 4).
Composto dal s. m. ascensore e dall’agg. spaziale, ricalcando l’espressione ingl. space elevator.
Già attestato nella Stampa del 21 ottobre 1992, Tuttoscienze, p. 1 (Giancarlo Riolfo).