ascoltare
v. tr. [lat. volg. *ascŭltare per il class. auscŭltare] (io ascólto, ecc.). – 1. Udire con attenzione, stare a udire; può avere come compl. le parole, le cose che si dicono, oppure la persona che parla: a. un discorso, una predica, una lezione; a. la messa, assistervi; stammi ad a.!; tutti stavano ad ascoltarlo a bocca aperta, cioè con molto interesse, o con ammirazione, con stupore; ascoltarsi, ascoltare sé stesso, parlare compiacendosi del suono delle proprie parole. Anche assol.: preferisco a. che parlare; parla poco ma ascolta con attenzione; spesso, porgere attentamente l’orecchio a quanto altri dice, o a un rumore, un suono, e sim.: Attento si fermò com’uom ch’ascolta (Dante); frequente con quest’uso nella forma dell’imperativo: ascolta! ti debbo parlare seriamente; ascoltate! cos’è questo baccano?; ascoltami: ora noi torniamo subito a terra, tu sbarcherai e non ti staccherai più dalla riva (Dino Buzzati). 2. Dare retta, seguire i consigli o gli ammonimenti dati: ascolta ciò che ti dico e ti troverai bene; in famiglia, è poco ascoltato; fig., a. la voce della coscienza; quindi anche obbedire: è un benedetto ragazzo che non vuole a. nessuno; o esaudire: la sua preghiera è stata ascoltata. 3. In medicina, compiere l’esame fisico d’un malato con l’orecchio (più com. auscultare). ◆ Part. pres. ascoltante, anche come sost., non com.: con gran meraviglia degli, o delle, ascoltanti.