aspetto2
aspètto2 s. m. [der. di aspettare]. – L’aspettare, attesa: venne dopo lungo a. (Boccaccio); chi volesse anche sapere come Renzo se la passasse con don Abbondio, in quel tempo d’aspetto, dirò che stavano alla larga l’uno dall’altro (Manzoni). Raro con sign. generico, è vivo oggi soltanto negli usi che seguono: sala d’a., in uffici pubblici, studî di professionisti e sim., la stanza dove il pubblico o i clienti attendono il loro turno per essere ricevuti; nelle stazioni ferroviarie e di trasporti in genere, la sala, di solito distinta in classi, dove i viaggiatori sostano in attesa del treno, del pullman, ecc. Nella musica, sinon. di pausa in parti vocali o strumentali: una battuta d’a. (v. battuta, n. 4 b), due quarti d’a., ecc. Caccia all’a., per la cattura della selvaggina (palmipedi, beccacce, lepri, ecc.) dopo attesa in determinati luoghi (quelli della pastura o dell’abbeverata) e in determinate ore del giorno (in genere quelle mattutine e crepuscolari); con sign. analogo, stare all’a., passare la notte all’a., e sim., anche seguito da complemento: dopo due notti passate all’a. dell’anatre ... Cerbone dormiva come un tasso (Fucini).