aspirare
v. tr. e intr. [dal lat. aspirare, comp. di ad- e spirare «soffiare»]. – 1. tr. a. Trarre a sé l’aria (e con essa odori, profumi, ecc.), immettendola nei polmoni mediante il movimento d’inspirazione: a. il fumo della sigaretta; avvicinò la boccettina alle narici e aspirò profondamente; a. voluttuosamente il profumo di un fiore; aspirava con delizia il sottile odore di eliotropio (D’Annunzio). b. estens. Trarre a sé, detto di apparecchi (pompe, aspiratori, ecc.) che servono a estrarre da un ambiente gas, liquidi, o solidi polverulenti. 2. intr. (aus. avere). Desiderare di raggiungere, cercare di conseguire qualche cosa: a. alla gloria, a. a una carica, a un impiego, a un po’ di tranquillità; aspira al titolo di campione dei pesi medî; molti pretendenti aspiravano alla sua mano. 3. tr. e intr., letter. Spirare verso, spirare propizio: venti che loro dal porto aspirarono secondi e favorevoli (Bembo); quindi anche ispirare, favorire: quel facondo Apollo, il qual v’aspira (Sannazzaro); il ciel ai pensier vostri aspiri (Lasca); a te cui fato aspira Benigno sì che per tua man presenti Paion que’ giorni (Leopardi). 4. tr. Articolare, pronunciare con aspirazione: in tedesco la lettera h si aspira; a. una consonante occlusiva, farla seguire da aspirazione o, meno propriam., pronunciarla come fricativa o addirittura sostituirla con la fricativa laringale h. ◆ Part. pres. aspirante e part. pass. aspirato, anche come agg. e sost. (v. le rispettive voci).