aspirato
agg. [part. pass. di aspirare]. – In linguistica: 1. a. Di articolazione, la cui soluzione è accompagnata da aspirazione: occlusive dentali a. ‹th, dh›, occlusive labiali a. ‹ph, bh›, occlusive velari a. ‹kh, ġh›; la serie delle occlusive sorde a. del greco antico (ϑ, ϕ, χ). In questo sign. si usa spesso anche come s. f.: un’aspirata sorda, le aspirate sonore. Nella pronuncia fiorentina dell’italiano, si dicono correntemente aspirate (ma con uso meno scientificamente esatto, in quanto si tratta in realtà di fricative) le consonanti occlusive di grado tenue, e in partic. la velare sorda, cioè la c di poco, casa, ecc. (v. gorgia, n. 2). b. È detta h aspirata o semplicem. aspirata la fricativa glottidale (o spirante laringale) ‹h›, per es. in ted. haben. Meno propriam., la lettera h iniziale francese (sempre muta nella pronuncia odierna), che sta a indicare iato tra l’ultima vocale della parola precedente e la vocale che segue l’h; nel caso contrario l’h iniziale si dice non aspirata o muta. 2. estens. Nella grammatica greca, perfetti a., i perfetti nei quali la consonante che precede la desinenza è aspirata; per es., πέπομϕα «ho inviato» da πέμπω «inviare».