assegnare
v. tr. [dal lat. assignare, comp. di ad- e signare «segnare»] (io asségno, ecc.; v. segnare). – 1. a. Attribuire, fissare come proprio: a. i confini; gli fu assegnata la stanza migliore; a. i posti a tavola, nelle camerate; gli assegnarono il primo premio; a. una causa a un fenomeno; così piacque alla natura che assegnò l’inquietudine all’esistenza dell’uomo (Foscolo). In partic., destinare una somma o un bene a favore di qualcuno o a uno scopo determinato: a. una rendita, una pensione, un vitalizio, una proprietà; a. ai contadini le terre espropriate; le entrate pubbliche furono assegnate al pagamento dei frutti del prestito. b. Più genericam., fissare, stabilire: a. un termine di tempo per la consegna del lavoro; dopo aver pensato un momento, «venga domani», disse: e assegnò l’ora (Manzoni); a. gli argomenti da trattare ai singoli oratori; in partic., a. le lezioni agli studenti, a. i compiti per il giorno seguente. Talora anche concedere: vi assegno quattro ore per lo svolgimento del tema. c. Affidare: gli assegnò la custodia del magazzino; a ciascun impiegato è stata assegnata una certa quantità di lavoro. 2. Destinare: a. a un ufficio, a un reparto; il funzionario fu promosso e assegnato ad altra sede. 3. ant. Consegnare, rimettere (facendo la resa dei conti): questo giusto, Che li assegnò sette e cinque per diece (Dante). ◆ Part. pres. assegnante, anche come agg. e sost., per indicare il creditore o rispettivamente il debitore nelle due forme del rapporto d’assegnazione attiva e passiva. ◆ Part. pass. assegnato, anche come agg.: entro i confini assegnati; assolvere il compito assegnato, ecc.; ant., cauto, misurato (spec. nello spendere e nel tenore di vita): quanto era assegnato nell’altre cose, tanto spendeva volentieri ... nelle cose di pittura e di scultura (Vasari). Nel rapporto di assegnazione, come agg. e s. m. (f. -a), indica la persona designata dall’assegnante a ricevere o a compiere la prestazione.