assenteismo
s. m. [dall’ingl. absenteeism (der. di absentee «assente»), termine coniato dall’uomo politico ingl. Th. P. Thompson nel 1829 per designare l’abitudine dei proprietarî terrieri irlandesi di vivere lontani dalle loro proprietà]. – 1. L’essere frequentemente o abitualmente assente dal luogo di lavoro, di studio, o da altri luoghi di riunione e di partecipazione a cui si avrebbe l’obbligo, anche soltanto morale o sociale, d’intervenire. In partic., nella moderna organizzazione del lavoro, il fenomeno dell’assenza dal posto di lavoro di un numero rilevante di lavoratori dovuto a malattia, reale o pretestuosa, oppure ad altre cause (crescente e preoccupante disaffezione dal lavoro, minori controlli, diminuita soggezione verso i quadri dirigenti, ecc.): l’a. in fabbrica, nei ministeri (e analogam. nella scuola, da parte degli alunni); la lotta all’a.; la denuncia dell’a.; livelli, tasso di a.; uno stabilimento con punte elevate di assenteismo. 2. Indifferenza, disinteressamento, spec. di fronte ai doveri civici, ai problemi politici e sociali o comunque a questioni d’interesse comune, collettivo, da parte sia di un singolo cittadino sia di forze politiche e uomini che hanno responsabilità di governo.