assordare
v. tr. e intr. [der. di sordo] (io assórdo, ecc.). – 1. tr. a. Far diventare sordo o pressoché sordo, rintronare gli orecchi: mi avete assordato con le vostre grida; anche assol.: un rumore che assorda; per estens., di suono o rumore che riempie un luogo: E nel meriggio le campagne sole Assorda la cicala (Carducci); urli che assordavano l’aria; fig., tediare con chiacchiere o lamenti continui: ha assordato tutti con i suoi piagnistei. b. Attutire un suono, un rumore. In marina, fasciare i remi e le scalmiere con tela e paglietti, perché non facciano rumore quando si voga. 2. intr. (aus. essere) Diventare sordo: dite forte, ché egli è in modo assordato che non ode più nulla (Machiavelli); in fonetica, assordarsi (di consonante sonora), lo stesso che assordirsi. ◆ Part. pres. assordante, anche come agg., che assorda, che rintrona gli orecchi: un rumore assordante; le rondini garrivano assordanti (Gozzano).