astensione
astensióne s. f. [dal lat. tardo abstentio -onis (der. di abstinere «astenersi»), attrav. il fr. abstention]. – 1. L’astenersi da qualche cosa (come atto singolo, o per un certo tempo, o come abitudine): a. dal vino, dai farinacei, dal fumo, dai rapporti sessuali (cfr. astinenza). Più spesso, l’astenersi dal partecipare ad atti o manifestazioni di vita pubblica o sociale: l’a. dalle riunioni, dalle assemblee; all’ultima convocazione, le a. sono state numerose. In partic., a. dal voto, l’astenersi dal votare, sia come atto di estraneità, di disinteressamento da parte del singolo, sia, con riferimento a consultazioni elettorali o a votazioni parlamentari, come espressione di volontà contraria alla votazione, per motivi varî, da parte di persone singole o di interi gruppi (preceduta, talora, da esplicita dichiarazione), sia, infine, con riferimento a espressioni di voto in assemblee legislative, da parte di gruppi o partiti che, pur non facendo parte del governo, lo appoggiano astenendosi dal votare contro. Con senso più concreto: 40 voti favorevoli, 10 contrarî, e 7 astensioni. 2. Con altre accezioni, specifiche: a. In economia, rinuncia a consumi presenti sia a favore di consumi futuri, sia al fine di investire nella produzione i beni risparmiati. b. In diritto, a. del giudice, istituto per cui il giudice in determinati casi (per es., se ha interesse nella causa) ha il dovere di astenersi dall’esercizio delle sue funzioni.