astragalo
astràgalo s. m. [dal lat. astragălus, gr. ἀστράγαλος]. – 1. a. In anatomia, osso breve del tarso, di forma irregolarmente cuboidea, che si articola con la tibia e il perone, il calcagno e lo scafoide. b. Specie di dado ricavato dall’astragalo di capra o di montone, o prodotto, a imitazione di questo, in altro materiale (avorio, pietra, ecc.), usato dagli antichi per varî giochi (giochi degli a.), di cui il più comune era analogo a quello dei dadi. 2. a. Modanatura che separa il fusto della colonna dal capitello e dalla base e consiste, per lo più, in un tondino e in un listello sovrapposti. b. Modanatura sottile che s’interpone orizzontalmente tra le fasce dell’epistilio ionico, generalmente decorata d’intagli geometrici a grani sferici o ovoidali, a fuseruola e sim. c. Modanatura con la quale veniva in genere ornata l’estremità della volata delle artiglierie antiche e di quelle di bronzo. 3. Genere di piante leguminose papiglionacee (lat. scient. Astragalus), che comprende numerosissime specie, asiatiche la maggior parte, con fiori in racemi o in capolini o in fascetti ascellari, legume con più semi e diviso per il lungo in due logge; la specie Astragalus boeticus, erba della regione mediterranea, che cresce spontanea anche in Italia, fornisce dai semi il cosiddetto caffè messicano o della Cina; altre specie forniscono la gomma adragante.