-astro
– Suffisso già presente nel latino classico e tardo, nelle forme -aster o -astra o -astrum per i sost. e -aster per gli agg., di incerta origine ma prob. mediterranea (cfr. anche gr. κήλαστρος o κήλαστρον o κηλάστρα «celastro, agrifoglio»), di valore genericam. deprezzativo o riduttivo, che servì dapprima a formare nomi di piante, indicando la specie selvatica rispetto a quella coltivata o gentile (oleaster, pinaster, mentastrum, apiaster o apiastrum, ecc., derivati rispettivam. da olea «olivo», pinus «pino», menta «menta», apium «appio», ecc.), poi animali giovani (pullastra «pollastra», porcaster e porcastra «maialino, maialina»), e anche oggetti (come falcastrum «roncone» da falx «falce», e, con senso decisamente peggiorativo, palliastrum «mantellaccio» in Apuleio, da pallium «mantello»); con riferimento a persona, sono documentati soltanto, in epoca tarda, filiaster, filiastra e patraster, e, più interessante per il valore ormai intenzionalmente peggiorativo, philosophaster in Agostino; gli esempî di aggettivi sono limitati a fulvaster «rossiccio» per i colori, e inoltre surdaster «un po’ sordo», novellaster «piuttosto giovane» detto del vino, crudaster «un po’ crudo, poco cotto». In italiano, oltre che nei sostantivi e aggettivi derivati dal latino, e a pochi altri formati analogamente sull’esempio di quelli (vincastro per le piante, grillastro per gli animali, fratellastro e sorellastra per i nomi di parentela, e inoltre gli agg. durastro «alquanto duro», e dolciastro, coniato forse sul modello di salmastro che si fa risalire a un non documentato *salmaster latino), il suffisso è adoperato soprattutto per la derivazione di peggiorativi e spregiativi quali giovinastro, medicastro, poetastro, e di aggettivi di colore indicanti tonalità non bella e non nettamente definita (biancastro, giallastro, grigiastro, nerastro, olivastro, rossastro, verdastro, ecc.).