attendere
attèndere v. tr. e intr. [lat. attĕndĕre «rivolger l’animo a», comp. di ad- «verso» e tĕndĕre] (coniug. come tendere). – 1. tr. e intr. (aus. avere), ant. Ascoltare attentamente, rivolgere l’attenzione, stare attento: guardate e attendete A la miseria del maestro Adamo (Dante); attendi quello che io ti voglio dire (Boccaccio); anche assol.: Attendi, Italia, attendi (Leopardi). 2. intr. Dedicarsi, applicarsi, badare a qualche cosa: a. ai campi, alla casa, alle proprie faccende; io devo a. a’ miei interessi (Manzoni). 3. tr. Aspettare: a. un amico; anche con prop. oggettiva: a. che arrivi qualcuno; attende di essere congedato; o con uso assol.: sono stanco di attendere. 4. tr., ant. Mantenere (la parola data): il castello si arrendé a patti, ... i quali non furono loro attesi (Compagni); anche assol.: Lunga promessa con l’attender corto Ti farà trïunfar ne l’alto seggio (Dante). ◆ Part. pres. attendènte, anche come s. m. (v. la voce), e con valore verbale in espressioni come donna attendente alla casa, alle faccende domestiche, sinon. di casalinga. ◆ Part. pass. attéso, anche come agg., aspettato: vacanze lungamente attese; nell’uso burocr. in costruzioni assolute, dato, considerando, tenuto conto di: attesa la sua domanda; attesi i suoi precedenti; con lo stesso senso, nella locuz. congiuntiva atteso che, o attesoché (v. la voce). Ant., attento: E ’l duca, che mi vide tanto atteso, Disse ... (Dante).