attore
attóre s. m. (f. -trice) [dal lat. actor -oris, der. di agĕre «agire»]. – 1. Nel linguaggio giur., colui che prende l’iniziativa del processo (contrapp. al convenuto); anche in funzione di agg.: la parte attrice, e per estens., domanda attrice, la domanda dell’attore. 2. Interprete di un’azione drammatica rappresentata scenicamente: a. di prosa; a. tragico, comico, drammatico; a. di varietà; gli a. della radio, della televisione, del cinema; primo a., l’attore principale di una compagnia; attor giovane, attrice giovane, ruolo delle compagnie drammatiche italiane nel sec. 19°, che richiedeva speciali doti, bella presenza, modi distinti, eleganza di portamento, e nelle attrici una caratteristica graziosa vivacità. Come qualifica professionale, il termine indica in genere chi svolge attività in spettacoli pubblici (quindi cantanti, ballerini, acrobati, prestigiatori, ecc.). In senso generico, che attore!, detto in tono ammirativo, o lievemente spreg., di persona che finge o dice il falso o maschera i proprî sentimenti con molta abilità. 3. Nell’analisi strutturale della narrativa, è in genere sinon. di personaggio, cioè la persona che, in un determinato racconto, realizza concretamente la funzione, cioè il ruolo astratto, dell’attante (per un singolo attante ci possono essere, quindi, anche più attori, in quanto esplichino una medesima funzione). 4. fig. Chi prende parte attiva e diretta a una vicenda della vita reale: essere a. di un’avventura; avvenimenti gravi di cui siamo stati non spettatori ma attori. 5. ant., tosc. Amministratore, agente, fattore. ◆ Dim. attorino, attorèllo, attorùccio, che hanno tutti anche valore spreg.: un attoruccio di provincia; sempre spreg. attorùcolo.