attrattore
attrattóre s. m. [der. di attrarre]. – 1. In fisica, il luogo dei punti dello spazio delle fasi a cui tende nel tempo la traiettoria di un sistema complesso (v. sistema, n. 1 b), quali che siano le condizioni iniziali (si dice, quindi, che il sistema è «attratto» da questo insieme di punti). Per es., per i sistemi dissipativi, che tendono a raggiungere uno stato di equilibrio ben determinato, l’attrattore è in generale costituito da un solo punto; per i sistemi che hanno un moto periodico è invece costituito in genere da una curva chiusa che il sistema ripercorre all’infinito con la frequenza propria. A. strano, attrattore caratteristico di particolari sistemi, la cui traiettoria si aggroviglia, si ripiega su sé stessa, mescolandosi in modo estremamente confuso e caotico, senza mai passare due volte per lo stesso punto. È stata la scoperta di questi attrattori (attraverso l’uso del calcolatore elettronico nella simulazione numerica della legge di evoluzione dei sistemi considerati) che ha fatto parlare per la prima volta di caos deterministico (v. caos), mentre lo studio delle loro proprietà geometriche ha messo in evidenza che essi sono da considerarsi come oggetti frattali, con le caratteristiche proprietà di autosomiglianza (v.) e di invarianza di scala (v. scala, n. 10 c). 2. In etologia, a. sessuali, sostanze chimiche prodotte dalle femmine di diverse specie animali, soprattutto insetti, per attrarre i maschi durante la stagione riproduttiva: sono caratterizzate da un basso peso molecolare, da un’alta specificità, da una veloce dispersione nell’aria e da una notevole persistenza.