aura
àura s. f. [dal lat. aura, gr. αὔρα]. – 1. a. Sinon. letter. e poet. di aria, spec. per indicare l’aria in movimento: Te beata, gridai, per le felici A. pregne di vita (Foscolo); quindi, vento leggero, brezza: spirava un’a. deliziosa; rinfrescati sempre da una a. soave (Boccaccio). Più genericam.: sospiri, Che l’a. etterna facevan tremare (Dante); a. vitale, e più com. a. vitali, l’aria, come elemento necessario alla respirazione e perciò alla vita; quindi anche, poet., la vita stessa, l’esistenza: In qual [=qualsiasi] ora, in qual parte del suolo, Trascorriamo quest’aura vital, Siam fratelli (Manzoni). Non com., respiro, alito: ne la bocca ond’esce a. amorosa (T. Tasso). b. In senso fig.: c’era tutt’intorno un’a. di pace e di serenità; e con riferimento all’espressione del viso: il suo volto spirava un’a. d’ingenuo candore. 2. Altri usi fig.: a. poet. Notizia, indizio di qualche cosa: di tant’opra a noi sì lunge Debil a. di fama a pena giunge (T. Tasso). b. Credito, favore, soprattutto nella locuz. a. popolare (dal lat. aura popularis), per lo più con allusione all’incostanza e alla vanità di questa. c. Nel linguaggio della critica letteraria, a. poetica, particolare atmosfera, suggestiva ed evocativa, contraria quindi alla rappresentazione realistica. d. In filosofia, il termine aura è stato usato dal critico e sociologo ted. W. Benjamin (1892-1940) per indicare il carattere individuale, di unicità, dell’opera d’arte originale rispetto alle sue possibili riproduzioni nell’epoca della sua fruizione di massa. 3. In neurologia, fase iniziale di una crisi epilettica (convulsiva o no), che si manifesta con spasmi, movimenti automatici (a. motoria), con parestesie (a. sensitiva), con sensazioni visive, olfattive, uditive, visioni figurate (a. sensoriale). 4. Radiazione, soffio vitale, come termine della vecchia medicina, soprattutto nella locuz. a. spermatica, equivalente della locuz. lat. aura seminalis («soffio seminale»), usata per indicare il presunto principio vitale emesso dallo sperma, che si pensava provocasse la fecondazione dell’uovo. 5. Nel linguaggio degli occultisti, la radiazione che il corpo umano emanerebbe e che taluni «sensitivi» affermano di poter percepire. ◆ Dim., letter., aurétta, leggero venticello: se bella auretta Nel mattin mormorando erra (Chiabrera).