autocondannato
p. pass. e agg. Condannato da sé stesso. ◆ Partono e si faranno rivedere non prima di un anno. Sono tipi apparentemente qualunque, vicini di casa o di scrivania, che nessuno avrebbe creduto capaci di colpi di testa. E invece se ne vanno: si imbarcano per la più grande avventura della loro vita, il viaggio sabbatico. Un anno lontani da casa, gioiosamente autocondannati al nomadismo, con tre sole ancore di salvezza consentite: carta di credito, cellulare, e-mail. (Gabriele Beccaria, Stampa, 30 marzo 2002, p. 15, Cronache Italiane) • Era un pubblico elegantissimo, luccicante di gioielli, già infatuato della magrezza irrealistica e autocondannato ad abbronzature sinistre e foriere di irrimediabili rughe invernali, se non dell’eterna adolescenza come oggi. (Natalia Aspesi, Repubblica, 21 agosto 2003, p. 1, Prima pagina) • «Stiamo lavorando per l’unità della sinistra. Ma l’unità è il presupposto per pesare di più sulla scena politica e per potersi poi candidare, in un sistema di alleanze, al governo del paese. È la vocazione ad essere partito di governo non autocondannato all’opposizione a prescindere, che ha caratterizzato la storia dei comunisti Italiani» [Oliviero Diliberto riportato da Stefano Bocconetti]. (Liberazione, 5 dicembre 2007, p. 3, Politica e Società).
Composto dal confisso auto-1 aggiunto al p. pass. condannato.
Già attestato nella Repubblica del 26 gennaio 1992, p. 26, Spettacoli (Michelangelo Zurletti).