autocontestazione
(auto-contestazione), s. f. Contestazione di sé stessi. ◆ non sbagliava François Furet quando, a conclusione di «Il Passato di un’Illusione», pronosticava il riemergere di un progetto di superamento del capitalismo, poiché l’autocontestazione è insita nella civiltà borghese. È scritta nei suoi cromosomi. È irresistibile. E ha bisogno di fissarsi un traguardo collocato al di là dei suoi confini. (Bernardo Valli, Repubblica, 8 agosto 2002, p. 1, Prima pagina) • Eccolo qui, il diciannovesimo presidente [dell’Inter, Giacinto Facchetti] che denuncia il suo stupore, disponibile, ma riservato nel momento in cui riceve l’importante consegna. «Sono sorpreso, ma vi prego, non voglio dire niente, devo far passare la nottata». Un modo per comunicare che l’emozione è forte, ma anche per evidenziare che, come presidente, dovrà gestire un momento non facile, scuro scuro, con gli interisti nuovamente alle prese con i loro sentimenti preferiti, l’auto-commiserazione, l’auto-distruzione, la auto-contestazione. Dovrà servire e proteggere, come un poliziotto in un telefilm americano. (Roberto Perrone, Corriere della sera, 20 gennaio 2004, p. 46, Sport) • «Se si vuol davvero cambiare qualcosa, bisogna cominciare a cambiare se stessi, andare contro se stessi fino in fondo. Il massimo impegno civile è l’autocontestazione» [Carmelo Bene]. (Riformista, 3 novembre 2004, p. I, Bookmark).
Composto dal confisso auto-1 aggiunto al s. f. contestazione.
Già attestato nel Corriere della sera dell’8 luglio 1993, p. 1, Prima pagina (André Glucksmann, trad. di Daniela Maggioni).