avventura
s. f. [dal fr. aventure, che è il lat. adventura «ciò che accadrà», neutro pl. del part. fut. di advenire «giungere»]. – 1. a. Caso inaspettato, avvenimento singolare e straordinario: le a. di Pinocchio; un’a. di viaggio; fu un’a. a lieto fine; raccontare le proprie a.; romanzo, film d’avventure, anche come genere di romanzo e di film. In partic., vicenda amorosa, di solito frivola e passeggera: a. galante; ho avuto un’a.; da giovane ebbe parecchie a.; è stata niente più che un’avventura. b. Impresa rischiosa ma attraente e piena di fascino per ciò che vi è in essa d’ignoto o d’inaspettato: partire in cerca di avventure; correre pericolose a.; essere uno spirito amante delle a., o, con la la stessa accezione, avere spirito d’avventura; fig., le a. del pensiero, della fantasia. Per estens., prova, esperienza il cui esito è incerto o casuale (o che comunque si tenta avventatamente, con leggerezza, senza seria preparazione): affrontare l’a. degli esami; tentare l’a. della vita politica. 2. Locuz. avv. per avventura, per caso: se per a. capiti da queste parti, vienimi a trovare. Anticam. fu molto in uso (e si è conservata fino a epoca recente in scritti aulici o pedanteschi) con il sign. di «forse»: egli poté in su lo stremo aver sì fatta contrizione che per a. Idio ebbe misericordia di lui (Boccaccio); il terror della morte l’invase, e, con un senso per a. più forte, il terrore di diventar preda de’ monatti (Manzoni); si usò anche scrivere in grafia unita, peravventura. 3. Fortuna, buona ventura: Indi verso i duo gioveni s’avventa Dei quali un, più che senno, ebbe avventura (Ariosto). ◆ Dim. scherz. avventurétta, soprattutto con riferimento ad avventure amorose.