azione1
azióne1 s. f. [dal lat. actio -onis, der. di agĕre «agire», part. pass. actus]. – 1. a. L’agire, l’operare, in quanto espressione e manifestazione della volontà; s’identifica ora con atto (considerata in questo caso l’azione come atto singolo, rivolto a un determinato fine), ora con attività (considerata nella sua durata e contrapposta spesso a pensiero, oppure a passività, inerzia): far seguire l’a. alle parole; passare all’a. diretta, prendere decisamente l’iniziativa (eufem., passare ad atti di violenza); alcuni verbi esprimono stato, altri a.; il nome «corsa» indica l’a. del correre (per il particolare uso del termine in gramm., v. anche aspetto1). In senso più ampio (riferito cioè non a un singolo atto ma all’agire in generale): pensiero e a.; avere, chiedere, esigere, accordare libertà di a.; uomo d’a., attivo, pronto e deciso nell’operare. In alcune denominazioni: A. Cattolica, organizzazione del laicato cattolico per una speciale e diretta collaborazione con l’apostolato gerarchico della Chiesa; filosofia dell’a., la dottrina filosofica di M. Blondel (1861-1949), che pone come principio fondamentale, sul piano metafisico, pratico e gnoseologico, l’azione intesa come unità di pensiero e volontà; più in generale, ogni dottrina che dà particolare rilievo all’attività pratica dello spirito; partito d’a., partito politico italiano fondato (1853) da G. Mazzini, particolarmente attivo durante l’organizzazione dell’impresa dei Mille; anche, partito politico italiano costituitosi nel 1942 per la confluenza di alcuni gruppi (Giustizia e Libertà, Liberalsocialismo e altri minori) allo scopo di combattere il fascismo e di superare l’antitesi di liberalismo e socialismo. b. In senso più concr. e determinato: a. simboliche (v. simbolico); spec. con riferimento al valore morale: fare una buona a.; commettere una cattiva a.; sarebbe un’a. indegna di te; è stata un’a. infame; premiare le buone azioni. c. Come sinon. di movimento: sono stato in a. tutta la giornata; il motore è in a.; mettere in a. un meccanismo. d. letter. Rendere a. di grazie (traduz. letterale del lat. gratiarum actio), ringraziare solennemente, riferito spec. alle funzioni religiose di ringraziamento. 2. a. Potere o forza determinante: avere a. sopra o su qualcuno, agire sulla sua volontà determinandone gli atti (per es.: le sue suppliche hanno avuto poca a. sull’animo dei giudici, e sim.). Più spesso di cose, capacità di produrre determinati effetti: l’a. della luce, del calore, dell’acqua, dell’umidità, ecc.; la stoffa è scolorita per l’a. dei raggi solari; s’è addormentato sotto l’a. del sonnifero; la febbre è scesa sotto l’a. degli antibiotici; esercitare un’a. frenante, anche in senso fig., rallentare o cercare di rallentare, di fermare un’attività, un movimento, un processo, uno sviluppo. b. Nel linguaggio scient., con accezione generica, il modo con cui determinati agenti, organi, fenomeni influiscono sulle cose, e gli effetti stessi che provocano: a. chimiche, fisiologiche, muscolari, nervose; l’a. degli acidi sul ferro; a. eolica, a. meteorica (v. eolico1, meteorico1). Più in partic., in fisica, il termine è usato talora come sinon., meno preciso, di forza: a. fisiche, elettriche, magnetiche; a. molecolari, per indicare forze come quelle di adesione e di coesione; azioni a distanza, forze che si esplicano tra corpi distanti (la forza di gravitazione universale, le attrazioni elettriche, ecc.); principio di a. e reazione, detto anche principio di reazione o terza legge della dinamica (che viene così enunciato: «a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria»). In meccanica analitica, grandezza uguale al prodotto di un’energia cinetica per un tempo. 3. a. Nel linguaggio milit., l’insieme dei movimenti e manovre tattiche delle truppe durante il combattimento; anche, combattimento, attacco, fatto d’arme in genere, con sign. diverso a seconda del particolare movimento tattico al quale si riferisce: a. di avvicinamento, di sganciamento dal nemico; a. di pattuglia; a. di rastrellamento, ecc.; l’a. si svolse su una linea di dieci km; prendere parte a un’a.; impegnare un’a., iniziare una battaglia; a. navale, combattimento di non grande importanza avvenuto essenzialmente tra le forze navali; a. aerea, qualsiasi forma d’intervento delle forze aeree nella guerra (lotta nel cielo contro aerei nemici, impresa di bombardamento o di mitragliamento, ecc.); a. dimostrativa, manovra tattica per ingannare il nemico, con la quale si finge di attaccarlo da una parte del fronte per colpirlo altrove. b. Nello sport, modo di condotta o fase di una gara, manovra o serie di manovre compiute da un singolo atleta o da un gruppo di atleti o anche da un’intera squadra: a. lenta, veloce, decisa, travolgente; a. di attacco, di difesa, con riferimento a competizioni fra due avversarî, siano essi individui o squadre. In partic., nella scherma, il modo di maneggiare l’arma tendendo a un dato scopo: azioni sul ferro; a. semplici, composte. 4. a. Svolgimento dell’intreccio di un’opera narrativa o drammatica: l’a. del poema, di un romanzo, di una commedia; l’a. si svolge a Parigi; unità d’a., una delle tre unità pseudoaristoteliche, secondo la quale l’azione (cioè l’argomento) principale di un dramma non dovrebbe essere disturbata da episodî secondarî; a. scenica, drammatica, mimica, coreografica, lo stesso che rappresentazione scenica, ecc.; a. sacra, espressione usata nei sec. 17° e 18° per indicare un lavoro drammatico di argomento sacro o un oratorio eseguito con azione scenica. b. In relazione più diretta alle opere destinate alla recitazione, il modo più o meno vivace, rapido o complesso con cui procede lo sviluppo della vicenda e il dialogo fra gli attori: l’a. della commedia (o del film) è vivace, fredda, impacciata, fiacca; l’a., lenta nei primi due atti, si ravviva nel terzo. c. In cinematografia, azione!, ordine del regista agli attori di dare inizio ai movimenti e alle battute di dialogo nelle singole scene del film. d. Con riferimento a un attore (o anche a un oratore), l’atteggiamento e il gesto nel recitare o nel parlare in pubblico (contrapp. a dizione). 5. Nel linguaggio giur., diritto di chiedere processualmente la dichiarazione o il riconoscimento di un proprio diritto violato (propriam. a. civile): avere, non avere a.; a. penale, volta ad accertare in giudizio l’esistenza di un reato (è promossa ed esercitata da un organo ufficiale, il pubblico ministero); reato di a. pubblica, sinon. di reato perseguibile d’ufficio; a. popolare, quella esercitata (eccezionalmente in casi specifici previsti dalla legge) da un privato in sostituzione degli organi di un ente pubblico per far valere le ragioni dell’ente stesso. Nel linguaggio com., anche il mezzo a cui si ricorre per ottenere il riconoscimento di un proprio diritto; quindi causa, processo: intentare un’a.; promuovere un’a. legale. ◆ Dim. azioncèlla, per lo più scherz. o iron.; pegg. azionàccia, cattiva azione, soprattutto nei riguardi di altre persone.