azzeccagarbuglismo
s. m. (spreg.) La tendenza al cavillo e all’intrigo eretta a metodo e a sistema di vita. ◆ [Cesare] Previti affonda invece le sue gravissime imputazioni in commi e ricusazioni, rinvii e articoli bis, emendamenti e norme miracolistiche, nella scienza cioè dell’azzeccagarbuglismo, estrema vischiosità del mediocre o del colpevole. (Francesco Merlo, Corriere della sera, 22 luglio 1999, p. 1, Prima pagina) • Viene il dubbio (ché a pensare male - come ci ha insegnato un cattivo maestro del calibro di [Giulio] Andreotti - si fa peccato, ma raramente si sbaglia) che l’eudemonismo sia l’ennesima fanfaluca, che il tecnicismo sia una revisione del vecchio qualunquismo, che l’avvocatismo imperante sia un aggiornato e azzimato azzeccagarbuglismo, che il realismo della nuova classe dirigente sia solo una variante più spregiudicata di quel trasversalismo che ha sempre fatto discepoli almeno dal milazzismo fino a oggi. (Marcello Benfante, Repubblica, 16 dicembre 2001, Palermo, p. I) • È anche probabile, a mio avviso, che nei tramiti burocratici per l’approvazione di detti turni [di lavoro] si sono verificati i soliti intoppi dell’azzeccagarbuglismo italiano. (Mario Cervi, Giornale, 8 gennaio 2005, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. m. inv. azzeccagarbugli con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nel Corriere della sera del 4 aprile 1993, p. 4 (Giovanni Raboni).