b, B
(bi, ant. o region. be ‹bé›) s. f. o m. – Seconda lettera dell’alfabeto latino, derivata dal beta greco, che ha lo stesso valore fonetico della bēt fenicia. In italiano rappresenta la consonante esplosiva bilabiale sonora ‹b›, la cui pronuncia, come quella della corrispondente sorda ‹p›, richiede una chiusura e riapertura delle labbra. Conserva costantemente, nei varî contesti fonetici, la sua articolazione tipica, pure ammettendo, come la maggior parte delle altre consonanti, i tre gradi: tenue (es. in tuba), medio (es. in turba) e rafforzato (es. in giubba, labbro). La distinzione tra il grado tenue e il rafforzato, che in Toscana è spontanea e tradizionale, presenta difficoltà varie in altre regioni, soprattutto nell’Italia mediana e meridionale, che ammette, tra vocale e vocale o tra vocale e liquida, soltanto la b rafforzata, cioè doppia (per es., nelle pronunce regionali come possìbbile, sùbbito). Va osservato inoltre che le oscillazioni tra b e bb nell’italiano scritto (es. obiezione e obbiezione, ubriaco e ubbriaco) sono più numerose di quelle tra le altre consonanti scempie e doppie: il fatto si spiega storicamente considerando che la b italiana continua regolarmente la b latina iniziale (es. bocca, lat. bucca) e dopo consonante (es. lembo, lat. limbus), invadendo talvolta il campo della v (es. serbare, lat. servare), ma in altre posizioni una b scempia è possibile quasi soltanto nei latinismi (es. cibo, dal lat. cibus) e in voci d’importazione tarda (es. roba, dal germ. rauba), perché nelle voci di trasmissione ininterrotta la b (o v) latina è continuata da bb davanti a semiconsonante o liquida (es. rabbia, lat. rabies; gabbia, lat. cavea; fibbia, lat. fibula; febbre, lat. febris), da v tra vocali (es. avere, lat. habere). Usi della lettera come abbreviazione o simbolo: nella forma minuscola o maiuscola puntata, è abbrev. di beato (per es., il b. Giovanni Colombini; la B. V. Maria); nella forma maiuscola puntata, è abbrev. di nomi proprî personali comincianti con questa lettera (Benedetto, Bruno, ecc.). Senza punto, B è sigla automobilistica del Belgio, simbolo dell’elemento chimico boro, simbolo di mesoni pesanti in fisica, simbolo del grado Baumé e del bel in metrologia, abbreviazione per indicare il Bianco negli scacchi; nelle carte meteorologiche, indica una zona di bassa pressione (ciclonica). In geometria, b è simbolo della base (di una figura piana o solida): per es., b × h = base per altezza; si usa anche distinguere B = base maggiore, e b = base minore: per es., B + b × h = base maggiore + base minore × altezza. In musica, B è il nome, derivato dall’antica notazione alfabetica, del si naturale in Olanda e del si bemolle nei paesi germanici (anche nei paesi latini esso è in uso tra gli organari per distinguere graficamente la canna d’organo o le corde di cembalo o pianoforte corrispondenti a un si bemolle); nelle partiture musicali, è abbrev. di Basso. In biochimica, vitamine del complesso (o gruppo) B, denominazione di alcune sostanze ad azione vitaminica (oggi indicate come vitamine B1, B2, B6, ecc.) che nella fase iniziale della vitaminologia vennero estratte dalla pula del riso e poi da alcune sostanze alimentari assieme al «fattore anti-beriberico» (successivamente chiamato vitamina B, poi B1), che per primo venne individuato, isolato e impiegato in terapia; in tempi più recenti sono state ascritte al gruppo B anche la vitamina B12, l’acido folico e altre sostanze. In immunologia, gruppo B, uno dei gruppi sanguigni del sistema AB0 (v. gruppo). Nel codice alfabetico internazionale, la lettera b viene convenzionalmente identificata dalla parola bravo.