babilonese
babilonése agg. – Della regione storica di Babilonia: civiltà, cultura, letteratura, arte b.; lingua b. (o, come s. m., il b.), lingua semitica, uno dei due rami, insieme con l’assiro, dell’accadico; anche, della città di Babilonia: i giardini pensili b.; come sost., i Babilonesi, gli abitanti della regione o della città di Babilonia. In partic., cattività b. (o con più esattezza esilio b.), il periodo della storia ebraica che va dal 597 a. C., quando il re Gioacchino e un gran numero dei cittadini ebrei più ricchi e degli artigiani furono deportati in Babilonia per ordine di Nabucodonosor II, al 538, quando, caduto l’impero babilonese sotto i Persiani, Ciro lasciò che gli esuli tornassero in patria. Per estens., è tuttora designata come cattività b. la residenza del papato in Avignone (1305-1377), raffigurata polemicamente dagli ambienti religiosi italiani del sec. 14° come vera prigionia dei pontefici, sottomessi alla prepotenza dei re di Francia, e quale ulteriore corruzione mondana della Chiesa, trasformata da Gerusalemme, o città santa, in Babilonia, centro di confusione e di pervertimento.