bagnare. Finestra di approfondimento
Diversi modi di bagnare - Il verbo b. esprime un’azione assai generica ed è privo, pertanto, di sinon. propriamente detti. Ha però numerosi sinon. specifici, che indicano le diverse modalità con cui si può bagnare qualcosa o qualcuno: ammollare, annaffiare, aspergere, cospargere, idratare, imbevere, impregnare, infradiciare, innaffiare, inondare, intridere, inumidire, irrigare, irrorare, (region.) mollare, umettare.
Se la quantità di liquido usata per bagnare è notevole, una cosa si può ammollare (region. mollare), o anche impregnare: si pensi alle ricette di cucina (ammollare bene il pane nell’uovo prima di disporlo in una terrina). In contesti analoghi sono usati anche imbevere (il babà deve essere imbevuto di liquore) e intridere (pan di spagna ben intriso di crema), però per lo più al part. pass. Riferito quasi esclusivam. all’acqua è infradiciare (region. anche fradiciare o fracicare), per lo più con sfumatura negativa (troppa acqua infradicia le piante; è venuto un acquazzone e mi sono tutto infradiciato). Ancora più marcata è la sfumatura di inondare, quasi soltanto impiegato per catastrofi naturali o in senso fig.: la piena dell’Arno ha più volte inondato Firenze; o amanza del primo amante, o diva [...] il cui parlar m’inonda / e scalda sì, che più e più m’avviva (Dante). Ancora a proposito delle piante, esse si annaffiano o innaffiano. Per coltivazioni di notevoli dimensioni è più appropriato il verbo irrigare, spec. se l’azione viene svolta con l’ausilio di dispositivi automatici.
Inumidire rimanda in genere a una scarsa quantità d’acqua: si inumidiscono i panni per stirarli meglio. Inumidire e cospargere vengono spesso usati in riferimento alle lacrime: occhi inumiditi dalla commozione; volto cosparso dal pianto. Con analogo sign., ma più lett., può essere usato anche irrorare: Aveva già la faccia irrorata dalle lacrime (I. Svevo). Irrorare è spesso impiegato anche nella terminologia tecnico-scientifica: il sangue irrora le varie parti del corpo; è utile irrorare le viti con un antiparassitario. Aspergere è d’uso ricercato e ha talora impiego specifico, per es. in certi riti religiosi: il sacerdote asperge i fedeli d’acqua (o con acqua) benedetta; asperse il bambino per battezzarlo. D’uso limitato è anche umettare, che è sinon. più ricercato di inumidire; si impiega per lo più in relazione alle labbra (chi ha la bocca secca, si umetta le labbra con la lingua) o ai francobolli (che debbono essere umettati, prima di essere incollati sulla busta). Estremamente ricercato (e originariamente limitato alla terminologia tecnico-scientifica) è infine il verbo idratare, che è stato peraltro riportato in uso soprattutto per pubblicizzare alcuni cosmetici, in grado di idratare la pelle (si parla, per questo, anche di creme idratanti e di idratanti per il viso, per il corpo e sim., talora come sinon. eufem. di antirughe).
Usi gastronomici - Spesso si impiega il verbo b. con il sign. di immergere, ovvero di far entrare qualcosa o qualcuno completamente dentro l’acqua o dentro un recipiente pieno di un qualsiasi liquido. La terminologia gastronomica usa talora, in questa accezione, affogare: affogare le uova, per es., significa farle cuocere immerse nell’acqua. Ma affogare può anche essere inteso iperb. nel senso di cospargere: un dolce affogato al (o nel) caffè sarà cosparso, o imbevuto, di caffè. Ancora come pratica gastronomica, alcuni alimenti si possono inzuppare (o zuppare) o intingere in un liquido (o in materiale semiliquido), come per es. i biscotti. Il pane bagnato con il sugo prodotto da una pietanza sarà prevalentemente intinto. Sempre in relazione al pane (o sim.) si possono anche usare i verbi intenerire e rinvenire: se il pane è troppo duro e vecchio, basta bagnarlo o ammollarlo nell’acqua per farlo intenerire o rinvenire (ovvero, tecnicamente, reidratare).
Un altro sign. estens. abbastanza frequente di b. è quello di festeggiare: si può dunque b. una promozione, una laurea, una nuova casa, una nuova automobile ecc., con i sinon. brindare (a), celebrare, fare un brindisi (a).
Bagnarsi - Come v. rifl., bagnarsi può essere usato in luogo del più com. fare (o farsi) il bagno, spec. per diletto: fa caldo sulla spiaggia: vado a bagnarmi un po’. Il v. intr. pron. è molto com. in luogo di sinon. più specifici o più fam., come per es. nel caso di un oggetto appena inumidito: con questa umidità, il maglione si è tutto bagnato; o di un bambino che si orini addosso: il bambino va cambiato perché si è bagnato.
Contrari - Per quanto riguarda i contr., asciugare è il verbo meno marcato e adatto per quasi tutti gli usi. Detergere è sinon. ricercato di asciugare per lo più in relazione al sudore: si deterse con un fazzoletto la fronte bagnata dal sudore. Prosciugare, invece, rimanda a grandi operazioni di eliminazione di acqua in eccesso (prosciugare una palude, un corso d’acqua; ma anche: con questo caldo mi sento prosciugare). Seccare (e seccarsi) è più intenso e rimanda a un’eccessiva mancanza di liquido: ho seccato l’arrosto perché ho dimenticato di bagnarlo col vino; se non annaffi la pianta almeno una volta alla settimana si seccherà. Infine il verbo strizzare, che implica pressione, scuotimento o sim. per far uscire il liquido: si strizzano soprattutto i panni dopo averli lavati o anche qualche alimento (gli spinaci vanno strizzati bene, prima di ripassarli in padella).