balia
balìa s. f. [dal fr. antico baillie; v. balì, balivo]. – 1. Potestà assoluta, signoria, autorità: quelli spirti Che purgan sé sotto la tua b. (Dante); il popolo ... invocava di quando in quando la b. di un re o di un signore (Carducci). È voce di uso comune soprattutto nella locuz. in balìa di, che equivale a «in potere, alla mercé di»: avere, tenere in propria b.; mettersi, darsi in b. di qualcuno; una popolazione datagli in cura, o piuttosto in balìa (Manzoni); cadere, essere in b. di uno sfruttatore; rimanere in b. di sé stesso, abbandonato a sé stesso, senza aiuto e consiglio; nave in b. delle onde; essere in b. del caso, della sorte, ecc. 2. ant. Potere, facoltà, e anche possibilità, forza: e poi, quando avranno peccato, io avrò b. di maladirli (Novellino); Ella riman d’ogni vigor sì vòta, Che di tenersi in piè non ha b. (Ariosto). 3. Nei comuni medievali, magistratura straordinaria con poteri dittatoriali, creata dal popolo per eccezionali bisogni dello stato e per un tempo determinato; poteva essere un consiglio di pochi (come gli Otto di Balìa a Firenze, creati per la guerra contro Pisa nel 1363, con i poteri degli antichi capitani di guerra per la durata di un anno), ma anche di molti (come il consiglio creato in Orvieto nel 1347, che constava di duecento membri). Il loro potere era illimitato, anche nel giudicare; si disse, perciò, b. di ragione il potere ch’essi ebbero spesso di sentenziare anche contro la legge o in mancanza della legge. Si dette talvolta il nome di balìa anche a un ufficio straordinario, creato, fuori della politica, per l’esecuzione di opere pubbliche d’urgenza o di particolare gravità, con poteri molto ampî.