balla1
balla1 s. f. [dal germ. (franco) balla; v. palla1]. – 1. a. Quantità di roba o di mercanzia stretta insieme e ravvolta in tela o altro, o anche semplicemente legata, in modo da poter essere spedita o trasportata da luogo a luogo: una b. di carta, di cenci, di canapa, di paglia, ecc.; caricare, scaricare le b.; a balle, in gran quantità; fig., parere una b. di cenci, esser vestito senza garbo, goffamente. b. tosc. Sacco grossolano, e la quantità di roba ch’esso contiene: empire, vuotare le b.; una b. di carbone, di brace. 2. Nel linguaggio comm., ammasso di fibre tessili, compresso e racchiuso in tela robusta cerchiata con reggette metalliche in modo da formare un pacco di forma regolare, e di peso ben determinato per le singole fibre e per i singoli luoghi di provenienza (per es., 178 kg netti per i cotoni del Bengala, 210 kg netti per quelli dell’Atlantico, ecc.). 3. Usi fig. a. Fandonia, frottola (prob. dal settentr. balla «palla»): non ci credere, è una b.; son tutte balle!; non raccontare balle!; la b. era troppo mondiale anche per me, ma più riuscivo a crederci, più la bevevo più la digerivo (Aldo Busi). b. Raro, e per lo più spreg., essere, andare, mettersi, stare, trovarsi di balla con qualcuno, d’accordo, in combutta: avrò tutti i difetti di questo mondo: ma non avrò mai quello di star di balla e di reggere il sacco alla gente disonesta! (Collodi). c. Nell’uso pop. di alcune regioni settentr. (Veneto, Lombardia, Romagna), ma anche tosc., sbornia, ciucca: prendere la b.; essere, andare in balla; avere la b., avere una bella balla. ◆ Dim. ballétta, ballettina; accr. ballóna; pegg. ballàccia.