banal-buonista
(banal buonista) loc. s.le m. e f. (iron.) Chi si fa sostenitore di giuste cause con semplicistico buonismo. ◆ Finora ci eravamo preoccupati della banalità del male che la Arendt aveva scoperto al processo Eichmann. Ma oggi ci preoccupa di più la banalità del bene perché sta diventando davvero insidiosa. Il «banal-buonista» è un devoto delle buone cause, e di buone cause è tappezzato il mondo. Il banal-buonista, per esempio, si preoccupa sempre di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese; ma se lui, il banal-buonista, ha una bella pensione e alla fine del mese ci arriva senza pensieri, beh questo sì che desta qualche sospetto! (Raffaele La Capria, Corriere.it, 11 giugno 2012, Cultura) • Sembra di essere in una morsa manichea, di dover scegliere tra cinici amorali e banal buonisti (come li ha chiamati Raffaele La Capria […]), tra razzismi mal dissimulati e retorica del melting pot, tra apologeti imperterriti dell’ultraliberismo e apocalittici della «decrescita». (Sandro Modeo, Corriere della sera, 17 giugno, La Lettura, p. 5).
Composto dall’agg. banal(e) e dall’agg. e s. m. e f. buonista.