bario
bàrio s. m. [lat. scient. Barium, der. del gr. βαρύς «pesante», voce coniata dal chimico ingl. H. Davy (1808) sulla base di barite]. – Elemento chimico, metallo alcalino terroso bivalente, di simbolo Ba, numero atomico 56, peso atomico 137,33, tenero, di lucentezza argentea. Non esiste libero in natura, ma sono abbastanza diffusi i suoi minerali (per es., la baritina); si adopera sotto forma di leghe con nichel, piombo, rame, ecc. Tra i composti di più largo uso: l’ossido di b., per la preparazione di altri composti del bario e di alcuni tipi di vetro; l’idrossido di b., nell’industria della ceramica e per il recupero dello zucchero dai melassi; il perossido di b., nella preparazione dell’acqua ossigenata, come sbiancante per paglia, tessili, ecc. e in alluminotermia; il cloruro di b., usato nel trattamento termico degli acciai, come reattivo in analisi chimica, ecc. Tra i sali ossigenati, il solfato di b. è una polvere bianca usata come pigmento (bianco fisso) o in miscela con solfuro di zinco (litopone), come carica per carta, cartoni, gomma; il carbonato di b. trova impiego nell’industria della ceramica, dei vetri e degli smalti; il nitrato di b. in pirotecnica (per il colore verde), per proiettili traccianti e per detonatori. In medicina il solfato di b. si usa come mezzo di contrasto per l’esame radioscopico dell’apparato digerente.