barone1
baróne1 s. m. [forse dal germ. *baro «uomo libero» (sacibarones nella legge salica)]. – 1. Nel medioevo, titolo nobiliare che rappresentava il massimo grado dell’ordinamento feudale, costituito da coloro che avevano ricevuto direttamente dal re il feudo e dai quali dipendevano i feudatarî minori. L’istituto rimase in vita anche dopo la decadenza del feudalesimo vero e proprio, specialmente nel Mezzogiorno d’Italia e nella Sardegna, fino a quando titoli e privilegi baronali furono aboliti dalla rivoluzione francese. 2. Titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di visconte, e la persona investita di questo titolo. 3. estens. a. Signore, uomo nobile e potente; oggi solo con riferimento ai più ricchi feudatarî dell’Italia meridionale, ma talora usato anche con sign. generico di signore, padrone: se non torna tuo fratello Menico tu resti il b. della casa (Verga). Con tale sign. fu anticam. anche titolo di santi: ecco il barone Per cui là giù si vicita Galizia (Dante), s. Giacomo, venerato a Compostela in Galizia; a’ poveri del baron messer santo Antonio (Boccaccio). b. Con valore polemico, chi, per la sua posizione economica, politica, ecc., si ritiene disponga di potere eccessivo: i b. dell’industria, i b. della finanza, i grandi capitalisti, organizzatori di potenti imprese industriali e commerciali; i b. della medicina, i primarî di cliniche, ospedali, ecc., che dominano l’ambiente medico col loro potere; i b. della cattedra o dell’università, i docenti universitarî che sfruttano abilmente il loro prestigio e le loro relazioni per esercitare un vero e proprio potere politico sia all’interno del mondo universitario sia fuori di esso. c. Tipo comico del teatro siciliano, di cui tutti si prendono gioco e tra i primi la figlia e i servi. ◆ Dim. baroncino, e meno com. baronèllo, baroncèllo, giovane barone o figlio di barone; spreg. baronùccio.