basilica2
baṡìlica2 s. f. [dal lat. basilĭca, gr. βασιλική agg. f., «regia» (per ellissi da βασιλικὴ στοά il «portico dell’arconte re» in Atene)]. – 1. In Roma antica, edificio pubblico che si apriva nel foro della città, destinato a luogo di riunione, centro di affari e di amministrazione della giustizia: aveva pianta rettangolare con navata centrale fiancheggiata da due o quattro minori, più basse, divise da colonne o pilastri. 2. Chiesa cristiana, e in partic. l’edificio adottato dall’inizio del 4° sec. dai cristiani per le loro riunioni cultuali, il cui tipo architettonico, derivato direttamente da quello della basilica romana, è costituito da un edificio a sviluppo longitudinale, diviso da colonne o pilastri in tre o cinque navate, generalmente terminato da un’abside: la b. di S. Maria Maggiore, di S. Giovanni in Laterano, di S. Pietro (in Roma), le b. di Assisi, di Costantinopoli, della Siria, ecc. Si distinguono, sotto l’aspetto canonico, b. maggiori o patriarcali, e b. minori, le une e le altre dotate di particolari privilegi. 3. Con il sign. originario, è il nome con cui è anche indicato il Palazzo della Ragione in Vicenza, così chiamato dal suo architetto, il Palladio, per le caratteristiche classiche del suo rivestimento. TAV.