battere /'bat:ere/ [lat. tardo battĕre, dal lat. class. battuĕre]. - ■ v. tr. 1. a. [dare colpi con le mani o con altro arnese] ≈ colpire, percuotere. ● Espressioni (con uso fig.) e prov.: prov., battere il ferro finch'è caldo ≈ ‖ approfittarne, cogliere l'attimo, prendere la palla al balzo; battere cassa ≈ bussare a quattrini, pretendere; fam., battere la fiacca [lavorare poco o svogliatamente] ≈ ciondolare, gingillarsi, oziare, poltrire. ↔ affannarsi, darsi da fare, lavorare; battere la grancassa [rendere noto a molti quanto sarebbe meglio non divulgare] ≈ bandire ai quattro venti (ø), sbandierare (ø), spiattellare (ø), spifferare (ø), strombazzare (ø). ↔ celare (ø), nascondere (ø), occultare (ø); battere moneta ≈ monetare. b. [dare colpi per fare male] ≈ [con un bastone] bastonare, [con un bastone] legnare, [con le mani] malmenare, [con le mani] menare, [con le mani] picchiare, [con un bastone] randellare. ↑ pestare. c. (milit.) [inferire colpi con proiettili] ≈ bersagliare, colpire, martellare. ↑ crivellare. 2. (estens.) a. (mus.) [segnare col gesto o percuotendo il suolo o il leggio i vari tempi della misura, o anche soltanto il primo di essi] ≈ battere (o dare) il tempo. ‖ dirigere. ▲ Locuz. prep.: in battere [nella frazione forte di una battuta: i violini attaccano in b.] ↔ in levare. b. [scrivere mediante una tastiera: b. (a macchina, al computer) un articolo] ≈ dattilografare, [al computer] digitare. 3. (sport.) [eseguire una punizione, un rigore, una battuta, nei giochi del pallone e della palla, anche assol.: b. la palla; b. forte] ≈ [nel calcio] calciare, [nel tennis] servire, [nel calcio] tirare. 4. a. [muovere, scuotere e, anche, portare a contatto tra loro due parti del corpo: b. gli occhi, le palpebre] ≈ sbattere. ● Espressioni: fig., battere i denti [provare una forte sensazione di freddo] ≈ (region.) bubbolare, gelarsi, tremare; fig., battere i piedi [ostinarsi a voler ottenere una cosa a tutti i costi] ≈ impuntarsi; fig., battere i tacchi 1. [allontanarsi] ≈ andare via, andarsene. ↔ restare, rimanere. 2. [eseguire ciecamente un ordine] ≈ obbedire. ↔ disobbedire; fig., battersi il fianco ≈ rammaricarsi. ↔ rallegrarsi; fig., battersi il petto ≈ pentirsi; fig., battere le ali ≈ volare; battere le mani (a qualcuno o qualcosa) → □. ▲ Locuz. prep.: in un batter d'ali (o d'occhio o d'occhi) ≈ all'istante, in men che non si dica, in quattro e quattr'otto, in un baleno, in un botto, istantaneamente, rapidissimamente, seduta stante, subito. ↔ lentamente. b. [riferito a parti del corpo, toccare più o meno violentemente qualcosa o qualcuno, con le prep. a, addosso a, contro o assol.: b. il ginocchio (a uno spigolo)] ≈ cozzare, percuotere, picchiare, sbattere, urtare. ● Espressioni (con uso fig.): battere il capo (o la testa) nel (o al) muro ≈ disperarsi, sbattere il capo (o la testa) nel (o al) muro; non sapere dove battere il capo (o la testa) [non sapere a quale partito appigliarsi e sim.] ≈ non sapere a che santo votarsi, non sapere dove sbattere il capo (o la testa). 5. (fig.) a. [risultare vincitori in un combattimento, nel gioco, in una gara, in una competizione sportiva e sim.: b. un avversario] ≈ mettere al tappeto, sbaragliare, sconfiggere, sopravanzare, superare, trionfare (su), vincere. ↔ perdere (contro). b. [fare meglio rispetto a un risultato precedente: b. un primato] ≈ abbattere, migliorare, superare. 6. (fig.) a. [detto di orologio, indicare un'ora: l'orologio della torre batte le dieci] ≈ scandire, segnare, suonare. b. [recarsi frequentemente in un luogo, anche fig.: b. una strada; b. la via del vizio] ≈ (fam.) bazzicare, frequentare, percorrere, praticare, [per cercare qualcuno o qualcosa] perlustrare (palmo a palmo). c. (pop.) [esercitare la prostituzione, anche nell'espressione b. il marciapiede (o la strada)] ≈ fare commercio di sé (o del proprio corpo), (gerg.) fare la vita, (pop.) fare marchette, prostituirsi. 7. [far sventolare un'insegna e sim.] ● Espressioni: battere bandiera [tenere inalberata la bandiera per mostrare la nazionalità della nave: una nave che batte b. italiana] ≈ issare bandiera. ■ v. intr. (aus. avere) 1. a. [spec. di elemento della natura, cadere sopra e sim., con le prep. su, sopra: la pioggia batte sui vetri; qui batte il sole] ≈ picchiare, [di vento] soffiare. ● Espressioni: fig., fam., dove non batte (mai) il sole [denominazione eufem. del sedere] ≈ (pop.) culo, deretano, (eufem.) didietro, sedere. b. [dare colpi su una porta, su una finestra e sim., per farsi aprire, con la prep. a o assol.: b. alla porta; chi sta battendo?] ≈ bussare, picchiare. c. [andare a finire, più o meno violentemente, contro qualcosa o qualcuno, con le prep. a, addosso a, contro o assol.: b. addosso al muro; che male, ho battuto!] ≈ cozzare, sbattere, urtare (ø, contro). 2. [detto del cuore o del polso, produrre battiti] ≈ pulsare. ↑ martellare, palpitare. ● Espressioni: fig., fare battere il cuore ≈ turbare. 3. (fig.) [tornare sempre sullo stesso argomento] ● Espressioni: battere sullo stesso tasto (o su un tasto) ≈ insistere, perseverare, persistere. ↔ sorvolare. 4. [volgersi in fuga] ● Espressioni: battere in ritirata ≈ e ↔ [→ BATTERSELA]. ■ battersi v. intr. pron. 1. [essere coinvolti in uno scontro, anche fig., con le prep. con, contro o assol.: b. con qualcuno fino all'ultimo sangue] ≈ (non com.) battagliare, combattere, dare battaglia (a), lottare, muovere battaglia (a, contro), (lett.) pugnare, (lett.) tenzonare, scontrarsi. ↔ fare (la) pace (con), rappacificarsi (con). 2. (fig.) [difendere accanitamente un principio, un'idea e sim., con la prep. per: b. per la libertà] ≈ combattere, lottare. ■ v. recipr. 1. [essere coinvolti in uno scontro l'uno con l'altro, anche fig.: b. all'ultimo sangue] ≈ affrontarsi, combattere, confrontarsi, duellare, gareggiare, misurarsi, scontrarsi. 2. [darsi botte a vicenda] ≈ darsele (di santa ragione), fare a botte, fare a cazzotti, fare a pugni, picchiarsi. ↔ fare (la) pace, rappacificarsi. ■ battersela v. pron. assol., fam. [volgersi in fuga] ≈ alzare i tacchi, battere in ritirata, darsela a gambe (levate), darsi alla fuga, defilarsi, dileguarsi, filarsela, fuggire, scappare, squagliarsela, svignarsela. ↔ restare, rimanere, trattenersi. □ battere le mani (a qualcuno o qualcosa) ≈ applaudire (ø). ↔ fischiare (ø).
battere. Finestra di approfondimento
Diversi tipi di colpo - Il verbo b. ha un sign. molto generale e, come tale, è caratterizzato da un elevato numero di accezioni, tutte ricche di sinon. e povere di contrari. Ha inoltre un notevole contingente di der. (talora anche molto distanti dall’etimo originario: battuta nel sign. di «frase divertente») e di comp. (quasi tutti formati con l’imperat. del verbo: battipanni, battiscopa, ecc.). Il sign. primario di b. è quello di «colpire», sia nel senso di «dare colpi per fare del male a qualcuno», sia nel senso di «dare colpi a qualcosa, accidentalmente, o deliberatamente per ottenerne dei risultati». Nel primo caso, i sinon. (di solito più com. dello stesso b.) si adatteranno al tipo di percossa inferta. Oltre ai generali e frequenti colpire e percuotere, validi per tutti gli usi (anche se il primo verbo rimanda per lo più ad un solo colpo, mentre col secondo si intende una serie di colpi molto violenti: ha colpito il suo nemico con un pugno; fu percosso duramente con una serie di calci), si hanno almeno bastonare, legnare e randellare (se si usa un bastone), bersagliare, martellare e crivellare (se si usa un’arma da fuoco), ferire (se l’atto del battere ha comportato una perdita di sangue).
Se si usano le mani, i verbi più appropriati sono picchiare, malmenare e il region. menare (oltre ai più specifici prendere a schiaffi, schiaffeggiare, prendere a ceffoni, prendere a cazzotti, prendere a pugni, ecc.). Menare (apparentato etimologicamente con minacciare), dall’originario significato di «spingere un animale minacciandolo con le grida e con la frusta», e da qui dunque sviluppatosi nelle due accezioni di «accompagnare» (ant.) e di «percuotere», è molto com., come sinon. di b. e di picchiare, soprattutto nell’ital. parlato a Roma, dove è spesso costruito anche col compl. di termine o assol.: menare (qualcuno o a qualcuno).
Strumenti e oggetti - Per quanto riguarda gli oggetti che si possono battere intenzionalmente, si ricordino soprattutto le noci, per farle cadere dall’albero (col sinon. bacchiare); i tappeti o i panni, per farne uscire la polvere (col sinon. scuotere e coi comp. battitappeto e battipanni, per l’appunto gli utensili appositi); la carne, per renderla più morbida e sottile prima di cuocerla (col sinon. pestare e col comp. batticarne, l’apposito utensile); il grano (col sinon. trebbiare). S’è poi originata, da questa accezione di «colpire qualcosa», tutta una serie di espressioni, ora cristallizzate o tecniche (b. bandiera, b. moneta), ora fig. (b. cassa, b. la fiacca, b. il ferro finché è caldo, b. la grancassa, non b. un chiodo). Sempre nel novero dei colpi intenzionali vanno ricordati i sinon. sportivi: calciare e tirare nel calcio, servire nel tennis. Si battono (a macchina) i testi che si scrivono con la macchina per scrivere; in epoca recente, però, sulla tastiera dei computer i testi si digitano.
C’è infine tutta una serie di colpi accidentali che si possono dare battendo: in questo caso il sinon. più com. (e più usato dello stesso b.) è sbattere: sbattere un braccio, un ginocchio, la testa, ecc. Si ricordino, nello stesso sign., anche urtare, d’uso meno com. e leggermente più formale, e gli ancora meno frequenti cozzare, percuotere e picchiare. Lo stesso valga per l’uso intr. del verbo, dove però si possono usare come sinon. soltanto sbattere (molto più comune di b.: che sbadato, sbatto sempre da tutte le parti!), cozzare e urtare. Sempre legato a parti del corpo che battono o che si battono, esistono varie espressioni con valore sia letterale sia fig.: quando si ha molto freddo si battono i denti; un bambino che fa i capricci batte i piedi per terra (e, fig., anche un adulto, come sinon. di impuntarsi); in luogo di volare (detto di uccelli) si può dire b. le ali, anche in senso fig.: / o insensata cura de’ mortali, / quanto son difettivi sillogismi, / quei che ti fanno in basso batter l’ali! (Dante).
Usi estensivi e metaforici - Numerosissimi gli usi estens. o fig. di b.: il direttore d’orchestra batte il tempo, ovvero dà il tempo agli orchestrali e ai cantanti (ovvero, più propriam., dirige), mentre taluni cantanti battono il tempo con un piede (ovvero segnano il tempo o tengono il tempo); i vecchi orologi battevano le ore (poiché le segnalavano mediante rintocchi di campana), ovvero le suonavano o, non com., le rintoccavano; e così via, secondo tutti gli usi riportati a lemma.
Ma il significato oggi forse più comune di b. è quello sportivo. Nel lessico sportivo (che assai spesso ricorre a quello militare impiegato in chiave metaforica: attacco, combattimento, difesa, resa, scendere in campo, scudetto, scontro, ecc.) si può b. (ovvero sconfiggere, superare, vincere) un avversario, oppure b. (ovvero abbattere o migliorare) un record. In entrambe queste accezioni, a differenza dei casi sopra descritti, b. è senza dubbio il verbo più frequente e il più appropriato, rispetto ai suoi sinonimi. Sia questi usi di b. sia altri analoghi (b. qualcuno a un concorso; b. qualcuno sul tempo, cioè arrivare prima di lui, ecc.) nascono ovviamente dalle accezioni militari (in senso lato) di b. e di battersi, dalle quali hanno origine anche i der. battaglia, batteria e combattere.
Lotte e combattimenti - Come verbo pron., battersi ha due diversi valori, uno come v. intr. pron. (e in tal caso è perfettamente sinon. di combattere e di lottare: battersi per la libertà, contro i soprusi, con i prepotenti, ecc.) e un altro come v. recipr., dove invece ai vari sinon. corrisponde una diversa sfumatura: affrontarsi può indicare uno scontro meno duro di battersi (i due candidati si sono affrontati più volte nel corso della campagna elettorale). Ancora più leggera è l’idea dello scontro espressa da confrontarsi (confrontarsi su due diversi programmi politici), che talora può indicare addirittura uno scambio di opinioni del tutto pacifico (ci confrontiamo spesso sulle nostre reciproche impressioni). Combattere, invece, indica uno scontro per lo più armato o comunque violento, benché non manchino usi fig. (i due concorrenti hanno combattuto lealmente fino alla fine del telequiz). Più frequenti con uso fig. sono invece gareggiare, misurarsi e scontrarsi, mentre a una violenza non armata (bensì a colpi di pugni e schiaffi) rimandano darsele (e, più forte, darsele di santa ragione), fare a botte, fare a cazzotti, fare a pugni, picchiarsi. Pressoché estinto nel suo sign. letterale è duellare, peraltro ancora vivo con uso fig. (duellare a colpi di barzellette).