battutismo
s. m. Il gusto di fare battute di spirito. ◆ Chi ride perde voti, pensa [Sergio] Chiamparino, e così, ha notato [Fabio] Mussi, è stato l’unico nell’Occidente a non deridere [Silvio] Berlusconi, oltre al portavoce del Cavaliere. Non l’avesse mai detto: Chiamparino se l’è subito presa col battutismo che ha portato alla sconfitta della sinistra e ha invitato a leggere davvero gli interventi altrui, lui lo fa e dice sempre cose urbane: «esageroma nen» coi torti solo a destra e le ragioni solo a sinistra. (Jas Gawronski, Stampa, 17 ottobre 2001, p. 41, Cronaca di Torino) • È una novità, il linguaggio della politica del momento applicato alla vita normale; o perlomeno non succedeva da decenni. Ed è una novità che nel battutismo di questi giorni stia progressivamente scomparendo [Silvio] Berlusconi. (Maria Laura Rodotà, Corriere della sera, 24 aprile 2006, p. 2, In primo piano) • «Certo. Io sono affascinata dal [Achille] Campanile che ha crudeltà, che mette in piede un castello di carte e poi lo disfa, che afferma che Leopardi lo aiuta a prender sonno dove il “tutto è vano” del poeta gli fa abbassare le palpebre, pronto ad arrabbiarsi con un dettaglio del “Sabato del villaggio” perché lui è ossessivo, deve ostinarsi su un tema, su un’incavolatura, e preferisco il Campanile che s’intestardisce sulle parole più che sul battutismo, mi piace cioè più il Paperino umorale che il Topolino falsamente democratico, buonista» [Piera Degli Esposti intervistata da Rodolfo Di Giammarco]. (Repubblica, 5 febbraio 2007, Roma, p. IV).
Derivato dal s. f. battuta con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nella Repubblica del 28 luglio 1984, p. 16 (R. D. G.)