bema
bèma s. m. [traslitt. del gr. βῆμα (neutro) «passo», poi anche «gradino» e «tribuna», der. di βαίνω «camminare»], invar. (gr. pl. βήματα). – 1. Unità di misura di lunghezza in uso presso gli antichi Greci, equivalente a m 0,74 e pari a circa la metà del passus romano. 2. Rialzo, piano sopraelevato. In partic.: a. Piedistallo di pietra o di legno da cui, nell’antica Grecia, parlavano gli oratori e i magistrati nelle assemblee, e anche i rapsodi e i cantori nelle pubbliche rappresentazioni. b. Nella basilica cristiana, il banco che gira lungo la curva dell’abside, ai lati della cattedra episcopale. c. Il presbiterio, con la relativa abside, della chiesa bizantina. 3. Presso i Manichei, era il nome della festa solenne commemorativa della «passione» del fondatore, Mani: vi era oggetto di venerazione la cattedra vuota e velata, che rappresentava quella dell’«apostolo» e il suo insegnamento, ma simboleggiava anche il tribunale di Cristo, al quale l’umanità si sarebbe presentata, avendo Mani stesso a patrono.