bertinottiano
s. m. e agg. Seguace e fautore della linea politica di Fausto Bertinotti. ◆ il passante di Mestre ha fatto un miracolo. È riuscito a spaccare tutti (quasi) i partiti regionali e a mettere d’accordo, o res mirabilis!, tutti e 7 gli aspiranti sindaci di Mirano. Dai bertinottiani ai finiani. Divisi su tutto tranne un punto: questa bretella larga di Mestre, sulle terre miranesi, non passerà mai. (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 20 maggio 2003, p. 11, Cronache) • Anche i bertinottiani - che pure hanno tentato la mediazione con i cugini dilibertiani - con Elettra Deiana sono sul piede di guerra mentre [Arturo] Parisi si mostra fiducioso e nasconde le fibrillazioni della maggioranza dietro la necessità di dialogo («alla fine troveremo la concordia»). (Secolo d’Italia, 5 luglio 2006, p. 4, Politica) • Siamo insorti di fronte all’accostamento, nelle liste democratiche, di [Matteo] Colaninno Jr con l’operaio sopravvissuto al rogo della Thyssen Krupp torinese. E persino Bertinotti se n’è uscito con la battuta: «Ce n’è uno di troppo». Senza avvedersi dell’innovazione dirompente, anzi del balzo di tigre nel passato pur così spesso evocato dalla passione bertinottiana per Benjamin (che si chiamava Walter, pure lui). (Anubi D’Avossa Lussurgiu, Liberazione, 19 febbraio 2008, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio (Fausto) Bertinotti con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nel Corriere della sera del 28 gennaio 1992, p. 41, Lombardia (Luca Pietta).
V. anche antibertinottiano.