bianco2
bianco2 s. m. [uso sostantivato dell’agg.] (pl. -chi). – 1. a. Il colore bianco: un color bruno Che non è nero ancora e ’l bianco more (Dante); stampando loro in viso de’ bacioni, che ci lasciavano il b. per qualche tempo (Manzoni); vestire di b.; sposarsi in b., detto della sposa, con l’abito tradizionalmente bianco delle nozze; cucitrice di b. (o cucitrice in b.), donna che per mestiere, nel passato, cuciva biancheria; cuocere in b., senza sughi e droghe, con solo olio o burro; pasta, riso, pesce in b.; e così mangiare in b., spec. come regime dietetico. Si dice anche, in cucina, bianco il composto di grasso, burro, farina, cipolla, ecc. per cuocere verdure o carni che si vogliono mantenere chiare di colore. b. Essendo il bianco e il nero opposti l’uno all’altro, i due termini sono spesso accoppiati in frasi fig., per indicare contrapposizione o profonda diversità: non distinguere il b. dal nero, confondere cose tra loro diversissime, quindi essere ottuso, ignorante; saper distinguere il b. dal nero, il vero dal falso; pigliare il b. per nero, intendere una cosa a rovescio; dare a intendere (o far vedere) il b. per nero, dare a credere una cosa per l’altra; far nero il b. e b. il nero, alterare la verità, invertire il vero significato delle cose; fare del b. nero, fare tutto il contrario di prima; ci corre quanto dal b. al nero, paragonando cose o persone fra cui c’è grande differenza; oggi dice b. e domani nero, di chi si contraddice continuamente; l’uno dice b. e l’altro nero, di opinioni o testimonianze contrastanti. 2. a. Parte bianca di un oggetto: il b. dell’occhio, la parte visibile della tunica sclerotica; guardare nel b. degli occhi, fissare intensamente una persona negli occhi; b. (o chiara) d’uovo, soluzione acquosa, concentrata, d’albumina contenuta nell’uovo e che sotto l’azione del calore si rapprende in una massa bianca. b. Nome di composti chimici di aspetto bianco: b. d’argento o b. di Crems o b. di Londra, varietà del bianco di piombo; b. di barite, o b. fisso, il solfato di bario; b. di piombo, il solfato basico di piombo; b. di zinco, miscuglio di solfuro di zinco e di solfato di bario, detto anche litopone; b. di belletto, il nitrato basico di bismuto, usato un tempo come belletto; b. neve, denominazione commerciale di varî pigmenti bianchi, come il solfato di bario, il carbonato basico di piombo, l’ossido di zinco, ecc., e anche, in genere, dei varî preparati di color bianco usati da pittori e imbianchini; dare il b., smaltare con sostanze bianche, imbiancare a calce; dare di b., propr., passare sopra un oggetto una mano di bianco per ricoprire ciò che v’era sotto (oggi, con questo sign., soltanto dare una mano di b.), quindi, fig., cancellare, far dimenticare: ha dato di b. a di gran cose la peste! (Manzoni). B. santo, polvere di marmo bianco, o alabastro gessoso in polvere, usati come pigmenti. c. Bianco di balena, sostanza grassa del capo di alcuni cetacei, che con termine scient. è detta spermaceti. 3. a. Foglio bianco, cioè non scritto, spec. nelle espressioni cambiale in b., assegno in b., che contengono la sola firma dell’emittente (v. anche biancosegno); analogam., dare un foglio in b. (o una firma in b.), firmare il foglio lasciando ad altri di riempirlo; mettere il nero sul b. (o nero su b.), mettere in scritto, scrivere: è tempo di metter nero sul b.; «Ora», disse Tonio, «si contenti di mettere un po’ di nero sul b.» (Manzoni); al contrario, lasciare in b. una parola, un passo, o lasciare uno spazio in b., omettere di scrivere o stampare la parola, il passo, lasciando vuoto lo spazio che dovrebbero occupare. b. Più in partic., sono dette bianchi le parti che in un disegno, un’incisione, una stampa rimangono bianche; in tipografia, i bianchi sono tutti quegli elementi della composizione (spazî o spaziature, quadrature, interlinee, margini) che, più bassi dei caratteri che portano incise le lettere e gli altri segni, danno luogo nella stampa alle parti bianche della pagina. c. Bianco e nero: denominazione e qualifica di quelle opere grafiche (silografia, acquaforte, incisione, ecc.), dette anche «a tratto», che escludono il colore servendosi dei soli effetti del chiaroscuro; nelle riproduzioni fotomeccaniche, il disegno a semplice contorno, senza mezze tinte; con altro sign., fotografia, cinematografia, film (e analogam. televisore) in bianco e nero, non a colori. d. Bianco sopra bianco: tipo di decorazione della ceramica, in bianco opaco sopra un fondo di tonalità leggermente azzurra o grigia, in uso in Italia sin dal principio del sec. 16°, e più tardi diffuso anche in altri centri ceramici europei. 4. In botanica: a. Appellativo generico di frumenti a spiga non colorata, di solito aristati, con cariossidi incolori (es., b. di Calabria). b. Malattia delle piante, detta anche mal bianco (v. la voce). 5. In numismatica, nome dato a molte monete d’argento e spec. a monete di mistura imbiancate con un leggero strato d’argento perché riuscissero meglio accette e di più facile diffusione; per distinguerle, al nome generico seguiva quello della zecca o quello derivato dall’impronta, come b. di giustizia (di Ferrara), b. del cavalletto (della zecca di Crevacuore dei Fieschi), ecc.; si ebbero anche mezzi bianchi. 6. Nel gioco degli scacchi, il Bianco è il giocatore al quale, per sorteggio o per avvicendamento, spettano i pezzi bianchi e che quindi, secondo la consuetudine, muove per primo: il B. muove e vince in 3 mosse. 7. Al plur., bianchi (o Bianchi): a. Gli appartenenti a un movimento religioso di penitenti sorto a Chieri (in prov. di Torino) tra la fine del sec. 14° e l’inizio del 15°, che, vestiti di una bianca veste di lino con una croce rossa sul petto, percorrevano l’Italia seguendo in processione un crocefisso, flagellandosi e cantando, e predicando la pacificazione degli animi e la liberazione dei prigionieri. b. Nell’età comunale, denominazione di fazioni contrapposte ad altre dette dei Neri; in partic., a Firenze, all’inizio del ’300, la fazione capeggiata dalla famiglia dei Cerchi, avversa ai Neri con a capo la famiglia dei Donati. c. Durante la rivoluzione francese (dal 1793 al 1796), gli insorti realisti della Vandea (contrapposti agli Azzurri formati dalle truppe repubblicane), così detti dal colore bianco della bandiera dei Borboni; in seguito, la denominazione di Blancs passò a indicare, in Francia, i realisti in genere; durante la guerra civile in Russia (1917-21) erano detti Bianchi i gruppi che si opponevano alla Rivoluzione d’ottobre e alla presa del potere da parte dei Rossi. d. Bianchi o neri: gioco di palla per ragazzi che, divisi in due squadre avversarie chiamate rispettivam. dei bianchi e dei neri, si dispongono su due linee parallele affrontate; quando l’arbitro grida il nome di una delle due squadre, quella nominata deve scappare mentre i giocatori dell’altra, raccattata la palla posta davanti ai piedi di ciascuno, cercano di colpire i fuggitivi (chi è colpito, viene eliminato dal gioco). 8. Locuz. avverbiali: a. In bianco, senza riuscita, con esito negativo o nullo: andare in bianco, non riuscire nell’intento, fallire lo scopo (soprattutto con riferimento a imprese amorose); nel linguaggio sport., partita in bianco, conclusa con il risultato di zero a zero. b. Di punto in bianco, tutto d’un tratto, improvvisamente: era già d’accordo con noi quando di punto in bianco mutò parere (per l’origine della locuz., v. punto2, nel sign. 4 g). ◆ I dim. bianchèllo e biancùccio sono, come bianchétto e l’accr. biancóne, che hanno però anche altri sign. (v. le voci), nomi region. di vitigni diversi che dànno vini bianchi.