biascicare
(e biasciare) v. tr. [forse lat. *blaesiare, der. di blaesus «bleso»] (io biàscico o biàscio, tu biàscichi o biasci, ecc.). – 1. Rimuovere il cibo in bocca con molta saliva, senza masticarlo, spec. detto di chi non ha denti: b. un pezzo di pane; la vecchietta continuava a b. il boccone. Per estens., mangiare lentamente e svogliatamente: lo sventurato vicario stava, in quel momento, facendo un chilo agro e stentato d’un desinare biascicato senza appetito (Manzoni); il bambino biascicava la carne senza inghiottirla. 2. a. Pronunciare male e in modo confuso, storpiando le parole: ha biascicato qualcosa che non ho capito; anche assol.: più che parlare, biascica; fig. b. una lingua, parlarla stentatamente. b. Proferire parole, frasi a voce bassa e in modo poco comprensibile, muovendo le labbra come fa chi mangia biascicando: continuava a biasciarle delle barzellette salate nell’orecchio (Verga); b. il rosario; b. paternostri, avemmarie, recitare sommessamente con rapido movimento delle labbra.