biasimare
biaṡimare (ant. e poet. biasmare) v. tr. [dal fr. ant. blasmer, che ha lo stesso etimo dell’ital. bestemmiare] (io biàṡimo, ecc.). – 1. Formulare tacitamente o apertamente un giudizio negativo (per lo più di natura morale) su una persona o una cosa; quindi disapprovare, condannare (contr. di lodare): la disonestà è sempre da b.; non posso non biasimarti per ciò che hai fatto; la sua condotta fu biasimata da tutti; prov., chi ti loda in presenza ti biasima in assenza. Per estens., criticare, notare i difetti di qualcosa, spec. nel prov. chi biasima vuole comprare, a proposito di chi diminuisce i pregi di una cosa per averla più a buon mercato, o anche di chi critica persona o cosa per non fare vedere che la desidera e gli sta a cuore (cfr. il prov. più com. chi disprezza compra). 2. intr. pron., ant. Lagnarsi, dolersi di qualcuno o di qualche cosa: se alcuno caso noioso gli avviene, ... forse di te si biasimerà (Boccaccio); scorgo molti, per loro stultitia scorsi ne’ casi sinistri, biasimarsi della fortuna (L. B. Alberti).