bipartitista
s. m. e f. e agg. Chi o che sostiene la necessità di aggregare il consenso politico attorno a due soli grandi partiti. ◆ «La posizione di [Romano] Prodi e [Arturo] Parisi e di quanti si battono per l’obiettivo del partito dell’Ulivo è assolutamente coerente con una visione del bipolarismo che in nessuna parte del mondo riesce a tollerare a lungo lo scontro di due coalizioni - analizza [Pino] Pisicchio - Parisi e i bipartitisti convinti vanno rispettati». (Repubblica, 17 novembre 2003, p. 12, Politica) • Pur di coniugare gli opposti, anche il Cavaliere è pronto al personale passo indietro sollecitato da [Pier Ferdinando] Casini: «Vedremo. Non ho ambizioni, tornare a Palazzo Chigi sarebbe per me una condanna». Si dichiara «bipolarista convinto», anzi «bipartitista». Ma se il modello proporzionale tedesco fosse la condizione per mettere tutti d’accordo, ben venga anche quello, «con il 33 per cento Forza Italia sarebbe comunque centrale e, come partito di maggioranza relativa, esprimerebbe il Cancelliere». (Ugo Magri, Stampa, 21 aprile 2007, p. 3, Interno) • L’unica proposta [di riforma della legge elettorale] già in parlamento è la «bozza Bianco». Però ne esistono due versioni: una più bipartitista e una che permette la fine del bipolarismo coatto. (Matteo Bartocci, Manifesto, 1° febbraio 2008, p. 4, Politica e Società).
Derivato dal s. m. e f. e agg. partitista con l’aggiunta del prefisso bi-.