biscia
bìscia s. f. [lat. bestia, lat. volg. bīstia] (pl. -sce). – 1. Nell’uso pop., nome generico d’ogni serpe innocua: correre dietro a una b.; avere paura delle bisce; muoversi, svolgersi, avanzare a biscia, a zig-zag, col movimento sinuoso delle serpi. 2. Serpente della famiglia dei colubridi (Natrix natrix), noto col nome più completo di b. dal collare, molto comune in Italia: lungo fino quasi a due metri, con capo grosso, tronco subcilindrico, colorazione variabilissima, vive nei luoghi erbosi in vicinanza dell’acqua dove caccia pesci e anfibî; va in letargo d’inverno. Lo stesso nome è dato ad altri due colubridi, meno comuni, la b. tessellata (Natrix tessellata) e la b. viperina (Natrix maura). 3. B. di mare: pesce della famiglia ofictidi (Ophisurus serpens). 4. Nelle navi di legno, ognuno degli intagli (detti anche anguille) praticati nei madieri per lasciar passare l’acqua che si raccoglie nelle sentine e portarla al pozzetto delle relative pompe; canale delle b., l’insieme delle bisce. ◆ Dim. bisciolina; accr. biscióne m., anche con accezioni partic. (v. la voce).