bisogno
biṡógno s. m. [lat. mediev. bisonium, di origine germanica, prob. dal franco *bisunnia «cura»]. – 1. Con valore generico, indica mancanza di qualche cosa: b. urgente, vivo, prepotente, sfrenato, assoluto, estremo. È di solito determinato da un compl. di specificazione (b. d’aria, di luce, di soldi), ma può essere usato anche assol., con senso affine a «necessità»: quando si presenti il b., non trovi nessuno che t’aiuta; i b. dell’uomo sono infiniti; lavorare per b.; limitare i proprî b.; gridare senza b.; spendere più del b., oltre il b., più di quanto sia necessario; con senso più determinato, povertà, strettezza, mancanza di denaro: essere nel b.; trovarsi in grande b.; essere oppressi dal b.; il b. aguzza l’ingegno. Con accezione più specifica, in economia e sociologia s’intende per b. ogni sensazione dolorosa derivante da un’insoddisfazione presente o prevista, accompagnata dalla conoscenza di mezzi atti a diminuire, rimuovere o evitare tale sofferenza, e dal desiderio di procurarseli: b. individuali (di cibo, di vesti, di abitazioni, di cultura, ecc.), b. collettivi o pubblici, avvertiti dall’uomo in quanto vivente in società (di difesa, di ordine, di giustizia, ecc.); in psicologia, b. sociali, quelli che vengono sollecitati dall’ambiente sociale, favorendo rapporti emotivi interindividuali di diversa natura e durata (bisogno di confidarsi, bisogno di posizione di prestigio, ecc.). Si distinguono inoltre b. fisiologici, riguardanti la consumazione di atti (nutrizione, evacuazione, contatti sessuali) necessarî alla sopravvivenza dell’individuo e della specie, e b. fisiopatologici, spinte imperiose al compimento di atti il cui soddisfacimento riesce dannoso all’organismo (alcolismo, assunzione di stupefacenti, ecc.). Nell’uso com. e quasi eufemistico, necessità corporale: avere un b. urgente; un b. piccolo, un b. grosso; fare i proprî bisogni. 2. Più comunem., spec. nella locuz. avere b., indica: a) la necessità di procurarsi ciò che manca per raggiungere un fine determinato, oppure ciò che è ritenuto utile per il conseguimento di uno stato di benessere materiale o morale: ho b. di una casa più comoda; il tuo fisico ha b. di vitamine; avere b. di cibo, di cure, di svago, di affetto; avrei b. di aiuto; b) l’opportunità che un atto sia compiuto: questo ragazzo ha b. di essere sorvegliato (cioè: occorre che egli sia sorvegliato); hanno ancora b. di istruirsi (cioè: debbono ancora istruirsi); anche parlando di cose: il tetto ha b. di essere riparato; le tue scarpe hanno b. di una risuolatura; c) la sensazione soggettiva e lo stato di disagio provocati dalla necessità di compiere una determinata azione, e insieme l’impulso ad agire: avevo b. di sfogarmi, di stendermi sul letto; hanno b. di sparlare di tutti; con altri verbi: sentire il b. di piangere, di distrarsi, di stare allegro; provava il b. di prendere una boccata d’aria. 3. Col verbo avere, ha anche sign. simile a desiderare, volere, in formule di cortesia: hai b. di nulla?; avrei b. di un favore da te; grazie, non ho b. d’altro. Con la negazione, sostituisce spesso espressioni più brusche: faccio da me solo, non ho b. di voi; non ho b. dei suoi consigli; e per indicare che una persona è capace di fare da sé: non ha b. di spinte; non ha b. di raccomandazioni; assol., è gente che non ha bisogno, a cui non manca nulla. 4. Con sign. più concreto, la cosa stessa che occorre: spende tutto il suo in vestiti e altri b.; gli ho dato un po’ di soldi per eventuali b.; spec. con il possessivo: i miei b., i tuoi b., quanto occorre a me, a te, ecc. (v. anche fabbisogno). 5. Locuzioni: c’è b., occorre: c’è b. di quattro testimoni; che b. c’era di svegliarmi?; c’è b. di aggiungere altro?; fare b., fare di b., esser necessario: tienli tu i soldi, te ne chiederò quando mi faranno (di) b.; non fa b. di dirlo; non fa b. che vi incomodiate; venire al b. (meno com. a b.), tornar utile, venire a proposito: il sussidio viene proprio al b.; a un b., nel b., in caso di b., tosc. a (un) bel b., quando occorra: ho acquistato qualche quintale di legna: a un b., può servire. Nel diritto cambiario, al b., formula (che può anche essere sostituita da altra equivalente, per es. occorrendo) che viene apposta sulla cambiale da uno dei coobbligati per indicare una persona alla quale il possessore della cambiale può rivolgersi in caso di mancanza o rifiuto di accettazione o di pagamento del trattario o dell’emittente. 6. Nomignolo spreg. con cui nei sec. 16° e 17° venivano chiamati in Italia i soldati spagnoli, spec. le reclute (donde lo spagn. soldado bisoño «recluta, coscritto»), per le continue richieste di cose di cui abbisognavano; esteso talora anche agli Spagnoli in genere: più pitocco d’un b. spagnuolo (Carducci). ◆ Dim. biṡognino, biṡognùccio, per lo più col sign. di necessità corporale; e con questa stessa accezione, nel prov. il bisognino (o, personificato, Bisognino) fa trottar la vecchia, la necessità fa muovere anche le persone più pigre o impedite.