bizantino
biżantino agg. [dal lat. tardo Byzantinus]. – 1. Di Bisanzio, antichissima città (gr. Βυζάντιον, lat. Byzantium) all’imboccatura del Mar Nero, tra il Corno d’Oro e il Mar di Marmara, che dopo la conquista di Costantino (323 d.C.) fu ricostruita con il nome di Costantinopoli (l’odierna Istanbul), divenendo sede del governo imperiale dell’Impero d’Oriente, che ebbe in Bisanzio il suo centro d’irradiazione (dal 4° al 15° secolo d.C., periodo noto come epoca o età bizantina), e della cultura che da esso si sviluppò e diffuse: arte, letteratura, poesia b.; mosaici b., ecc. Diritto b., il sistema giuridico che si sviluppò nelle regioni orientali dell’Impero romano da Costantino il Grande in poi e fu in vigore fino alla caduta di Costantinopoli (1453); in senso stretto, il diritto svoltosi da Giustiniano in poi, le cui fonti sono, in gran parte, redatte in lingua greca. Con riferimento alla religione e alle forme di culto: Chiesa b., il patriarcato di Costantinopoli e anche, in genere, l’intera Chiesa ortodossa; rito b., il rito della Chiesa greco-unita. Stile cronologico b., sistema di computo dell’era cristiana, con inizio dell’anno al 1° settembre e termine al 31 agosto; fu in uso durante il medioevo nei territorî appartenenti all’Impero bizantino. 2. fig. Cavilloso, pedantesco: questioni b., interminabili e sottili, come le questioni teologico-metafisiche dibattute nell’età bizantina dai teologi greci fra loro o in polemica con i teologi latini. Anche riferito a persona: essere b. nelle piccole idee (Carducci). Con riferimento alla letteratura, l’agg. è anche usato talvolta a indicare quel gusto raffinato e prezioso che fu proprio di alcuni scrittori (D’Annunzio, ecc.) della fine del sec. 19°; quest’ultimo sign. è in relazione col titolo del giornale Cronaca bizantina, pubblicato a Roma fra il 1881 e il 1885.