blook
s. m. Libro a stampa che ha origine da un blog telematico. ◆ Quello dei blog, ovvero dei diari personali pubblicati online, è un fenomeno di costume che, in pochissimo tempo, si è allargato a macchia d’olio. […] E, dal momento che un passo tira l’altro, è recentemente nato anche il primo premio di letteratura per i «Blooks», ovvero i libri basati sugli Internet blog. (Paola Fontana, Repubblica, 17 ottobre 2005, Affari & Finanza, p. 20) • L’ultimo ingrediente mancante è il blog, il diario in rete. I cui post, raccolti in volume da stampare a richiesta magari tramite servizi come l’americana Lulu.com (esiste anche la versione italiana), hanno creato il neologismo «blook». Sino a tutti gli anni Novanta, i blooks erano i falsi libri messi in bella vista sugli scaffali dai negozianti di mobili. Il blogger americano Tony Pierce, secondo Wikipedia, è stato l’autore nel novembre del 2002 del primo blook propriamente detto, che raccoglieva i post del suo sito Tonypierce.com. (Antonio Dini, Sole 24 Ore, 10 maggio 2007, nòva24, p. 9) • parallelamente all’espansione dell’ebook, l’editoria digitale sta studiando nuove forme di digitalizzazione dei contenuti. Come i blook, l’ibrido tra blog e libro che sta prendendo piede soprattutto nel mercato dell’autopubblicazione: gratuito, si finanzia attraverso la pubblicità, un po’ come avviene per i giornali online. (Valerio Maccari, Repubblica, 3 marzo 2008, Affari & Finanza, p. 27).
Dall’ingl. blook, a sua volta composto dai s. bl(og) e (b)ook.