bocca
bócca s. f. [lat. bŭcca «guancia, gota», poi «bocca»]. – 1. Cavità rivestita di mucosa, che nell’uomo e negli animali costituisce la parte iniziale del canale alimentare e, nei vertebrati, anche delle vie respiratorie (insieme con le fosse nasali). Nell’uomo, in partic., è lo spazio (detto anche cavità orale), compreso tra la volta palatina, le arcate delle gengive e dei denti e il cosiddetto pavimento che, attraverso le fauci, comunica con la faringe; in senso stretto è lo spazio compreso tra la faccia interna delle guance e delle labbra e la faccia esterna delle arcate gengivo-dentarie (che in anatomia è più propriam. detto vestibolo della b.). Locuzioni: b. larga, stretta, regolare, che arriva agli orecchi, che pare un forno; b. sdentata; a b. piena, di chi ha ancora il boccone in bocca; a b. asciutta, senza aver mangiato, digiuno (anche fig., per indicare delusione: lasciare, rimanere a b. asciutta); restare, guardare a b. aperta, meravigliato, sorpreso; venire l’acquolina in b. (v. acquolina); levarsi il pane di b., far sacrifici per qualcuno; levare, togliere il pane di b., togliere a qualcuno il lavoro, i risparmî; andare, cadere in b. al lupo, in un pericolo (e come augurio, per antifrasi, a chi affronta una prova difficile o pericolosa: in b. al lupo!); per b., per via orale: prendere per b. una medicina; animale di b. dura, che sente poco l’azione del morso. Proverbî: a caval donato non si guarda in b., non è bene criticare ciò che si riceve in regalo; finché l’uomo ha dente in b. non sa mai quel che gli tocca, tutto può accadere finché si è in vita. Talora, nel linguaggio comune, bocca indica la sola parte esterna: è cascato e ha battuto la b.; baciare sulla b., sulle labbra; respirazione bocca a bocca, una delle forme con cui si attua la respirazione (v.) artificiale; storcere la b., fig., non mostrare gradimento per qualche cosa. 2. Come sede del gusto: lasciare, avere b. cattiva, per cibi di cattivo sapore o anche per cattiva digestione; avere la b. dolce, per aver mangiato cibi graditi, e così lasciare la b. dolce (ma fig., lasciare a b. dolce, far restare contento qualcuno, con buone promesse o altrimenti); essere di b. buona, di facile contentamento; fare la b. a qualche cosa, abituarcisi: ai libri noiosi bisogna farci la b.; ormai a quel regalo ci aveva fatto la b., se lo aspettava, lo desiderava ardentemente; rifarsi la b., togliersi il cattivo sapore: mi rifarò la b. con un buon bicchiere (anche fig.: dopo questa brutta musica ci rifaremo la b. ascoltando una bella sinfonia). 3. Come organo della parola: aprire la b., parlare; b. della verità, persona sincera (Bocca della verità è anche il nome con cui è noto un grande disco di pietra scolpito a forma di mascherone di divinità fluviale, posto vicino all’ingresso della chiesa di s. Maria in Cosmedin a Roma, perché, secondo la tradizione popolare, mordeva la mano di chi mentiva); b. d’oro, persona eloquente o che dice cose sagge (b. d’oro o boccadoro è anche traduzione del soprannome di san Giovanni Crisostomo, gr. χρυσόστομος, comp. di χρυσός «oro» e στόμα «bocca», così chiamato per la sua eloquenza); b. d’inferno o b. sacrilega, bestemmiatore; a bocca (non com.), a voce: il resto te lo dirò a b.; stare a b. chiusa, in silenzio; dire, concedere, ammettere a mezza b., con reticenza e incertezza, di mala voglia; con la b. e non col cuore, a fior di labbra ma senza sentimento; per b. di qualcuno, per mezzo di altra persona: gli fece sapere per b. del fratello il suo netto rifiuto; avere sempre in b. qualcuno o qualche cosa, parlarne spesso; non avere né bocca né orecchi, non voler né parlare né ascoltare; chiudere la b. (propria), con varie accezioni (v. chiudere); chiudere, o tappare, la b. a qualcuno, impedirgli di parlare, con la persuasione, con le minacce, o con altro mezzo anche violento: voleva dire tutto al padrone, ma gli hanno chiuso la b. con dei regali; i miei argomenti gli hanno chiuso la b.; temevano che potesse fare la spia, e gli hanno chiuso la b. per sempre (sopprimendolo); passare di b. in b., di notizia che viene riferita dall’uno all’altro; andare per le b. di tutti, essere sulla b. di tutti, di persona di cui si parla molto, in bene o in male: quantunque gli piacesse molto d’andar per le b. degli uomini, [don Rodrigo] n’avrebbe, in quella congiuntura, fatto volentieri di meno (Manzoni); lasciarsi sfuggire qualcosa di b., dire cosa che non si dovrebbe; mettere b. in qualcosa, intromettercisi: vuol sempre metter b. in fatti che non lo riguardano; mettere parole o discorsi in b. a qualcuno, attribuirglieli; venire alla b., venir detto spontaneamente: dice quello che gli viene alla b., tanto per dir qualcosa; levare, togliere le parole di b., prevenire qualcuno in ciò che sta per dire; acqua in b.!, silenzio!, raccomandando di tenere un segreto; la parola gli morì in b., più com. sulle labbra. 4. Persona, individuo, soprattutto in quanto unità di consumo nella comunione familiare (spec. agricola) o ai fini del calcolo della popolazione: ha in casa sei b. da sfamare; Firenze aveva allora quarantamila b.; b. inutile, chi consuma senza produrre o guadagnare (in origine le donne, i vecchi e i bambini che, durante gli assedî, consumavano i viveri senza esser di valido aiuto alla difesa). Anticam. indicò anche i singoli contribuenti di determinati tributi, come, per es., nell’espressione bocca del sale, chi era colpito dall’imposta sul sale. 5. Apertura, orifizio in genere: b. di un vaso; b. dell’orcio, del sacco, del fiasco, del forno per il pane; b. di scarico, apertura per lo scarico dei rifiuti, tubo di scappamento; b. da fuoco, nome generico dei pezzi d’artiglieria; b. dello stomaco, la sua parte superiore; sciogliere la b. al sacco, fig., dire tutto ciò che si ha in mente o nell’animo. Con accezioni specifiche e tecniche: a. In geografia, la foce di un fiume (per es., la b. di Levante, la b. di Goro, ecc., del Po; spesso come toponimo: Bocca d’Arno, Bocca di Magra, il dipartimento delle Bocche del Rodano); stretta imboccatura di accesso a un’insenatura costiera ampia e ramificata (le b. di Cattaro); stretto passaggio di mare tra due terre (le b. di Bonifacio, tra la Sardegna e la Corsica); cavità che si apre sopra la fronte del ghiacciaio e da cui esce il torrente glaciale; di un vulcano, l’apertura terminale del cratere; passo, valico, in denominazioni frequenti soprattutto nelle Alpi liguri e nell’Appennino umbro-marchigiano (B. Trabaria, B. Serriola, ecc.). b. In idraulica, apertura, orifizio nella parete o nel fondo di un recipiente, lambita dalla vena d’acqua fluente: b. a battente, b. a stramazzo, secondo che il perimetro dell’apertura sia tutto o solo in parte inferiore al livello del liquido nel recipiente; b. libera, b. rigurgitata, secondo che il livello del liquido a valle della bocca sia più basso di tutto o soltanto di parte del perimetro della bocca stessa. c. In metallurgia, b. di colata, apertura praticata nel crogiolo di un forno metallurgico (più esattamente, foro di colata); b. del forno, apertura superiore dei forni a tino, attraverso la quale si effettua la carica del materiale e del combustibile. 6. B. del martello: superficie, piana o leggermente convessa, con cui il martello batte. ◆ Dim. bocchina, e bocchino m. (v.); raro, o con accezioni specifiche, bocchétta (v.). Vezz. boccùccia: boccuccia di rose; far boccucce, essere schifiltoso; anche iron., di persona delicata, che non appetisce fuorché cibi scelti: che boccuccia, questo ragazzo!; con uso fig., è chiamata boccuccia, nel fico, la piccola apertura circolare alla base del siconio, quella che, con termine scientifico, è detta astiòlo. Accr. boccóna, e boccóne m. Pegg. boccàccia (v.).