bollare
v. tr. [lat. mediev. bullare, der. di bulla «sigillo»] (io bóllo, ecc.). – 1. Contrassegnare col bollo, col timbro o con altra impronta: b. le lettere, i pacchi; b. i pesi; b. la carne macellata; fig., scherz., colpire lasciando un segno: l’ha bollato con una sassata. 2. a. Dall’uso ant. di bollare i malfattori e i condannati, si è svolto il sign. fig. di contrassegnare con marchio d’infamia, additare al disprezzo, alla disapprovazione: i traditori sono bollati per l’eternità; i Bonturi gli ho per Dio bollati in fronte a ferro bollente (Carducci); con senso attenuato: b. con un soprannome, con un nomignolo, con un giudizio di demerito, e sim. b. Altri usi fig., ormai ant. o rari: affibbiare una contravvenzione; imbrogliare in una compravendita e sim.; ingannare qualcuno con l’estorcergli denaro o col non rendergli la roba avuta in prestito. 3. intr. (aus. avere) Nel gergo dei pescatori, dei pesci, produrre un cerchio d’acqua increspata salendo dal fondo di un fiume o di un lago per prendere un insetto. ◆ Part. pass. bollato, anche come agg. (v. la voce).